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martedì 15 ottobre 2013

Epistemologia del runner

Come vedrete a breve il titolo è solo una classica fregnaccia che cela in realtà un post puttanata; iniziamo bene!

Di seguito elencherò e descriverò tutta una serie di tipologie di runners che tutti noi abbiamo avuto modo, nella nostra lunga o breve carriera podistica di incontrare.

Feticista: questo podista ha un solo scopo nella vita, comprare scarpe. Se ne fotte dei tempi, non gliene frega niente dello spirito olimpico. Vuole solo continuare ad acquisire scarpe. Fosse per lui correrebbe pure con delle decolleté Louboutin. Quando corre e vede altri runner, non è attirato dal passo, o dalla postura strana. La prima cosa che nota sono le scarpe che hanno ai piedi, riconosce un modello vecchio di anni, e se per caso incontra qualcuno con l'ultimissimo modello di una casa esotica, corre subito a vederne le caratteristiche in rete. Solitamente sono prossimi al divorzio perché le mogli non ne possono più di trovare scarpe da corsa anche nel frigorifero.

Fogna: costoro corrono per un solo scopo, potersi nutrire fottendosene delle calorie. Sono quelli che la mattina si alzano e mettono le scarpe ai piedi con un sorriso in volto perché loro lo sanno, oggi 250 gr di carbonara, birra, gelato, caffè e ammazzacaffè non glieli toglie nessuno. Tendenzialmente sono in forma, magari non come Cristiano Ronaldo, ma di pancia o grasso ne hanno davvero poco. Salvo poi avere un infortunio, smetteno di allenarsi e in tempo zero si gonfiano come un Barbapapà.

Neofita maledetto: a questa specie appartengono tutti quei runners che si avvicinano alla corsa quasi per caso. Magari arrivano da altri sport, e lo fanno solo per tenersi in forma. E poi magari alla prima uscita su una mezza ti sparano un crono da 4' a Km. Sono i più odiati, quelli che non fanno fatica a fare 100 Km a settimana, a chiacchierare durante le ripetute e 3'50" e che volentieri investiresti. Ma loro lo fanno solo per tenersi in forma. Anche la bara ha una sua forma!

Infortunato: sono quelli che prima di una gara mettono subito le mani avanti con la classica frase: "la faccio solo per farla, non sto bene". Qui poi ci sono le due sottocategorie: il malato immaginario e il vero infortunato. Alla prima sottocategoria appartengono quei bastardi che dopo averti detto questa frase si fanno la gara a tutta, e tu povero idiota, che sei convinto stiano male e vai al loro passo, scoppi dopo 10 Km mentre loro finiscono la gara segnando pure il personale. I veri infortunati invece, si fanno una trotterellata, magari nemmeno finiscono la gara, e comunque non si meritano le tue bestemmie.

Metodico: in psicologia potrebbero essere inquadrati nella categoria degli anali (non andate su youporn). Sono persone ossessionate dal metodo, dalle tabelle, dalla dieta. Non saltano un allenamento nemmeno se muore il figlio. Mangiano solo cibi sanissimi, non bevono una birra nemmeno sotto tortura e soprattutto, la loro testardaggine li porta ad avere risultati. Sono però quelli che ti fanno dire: "Se per correre veloce devo fare la sua vita, piuttosto mi dedico al crack".

Runner 2.0: sono l'ultima frontiera podistica. Sono quelli che corrono col cellulare come GPS, perché il Garmin non ha l'AGPS e quindi ha troppo margine di errore. Nel cellulare hanno gli mp3, e l'ultimissima applicazione che in tempo reale posta su qualunque social network, pure su LeRicetteDellaNonnna.com, il loro allenamento in tempo reale. Salvo poi sputtanarli e scoprire che in 30 minuti hanno corso per poco più di 3 Km. 

Top Class: sono quelli davvero forti, quelli che corrono a una velocità che nemmeno nei tuoi sogni riesci a tenere, e se ci provi, in sogno, ti vengono i crampi. Sono però anche quelli che se c'è da andare piano per far compagnia a un amico, ti si affiancano e trotterellano a un modesto (per loro) 4'40" per 36 Km e nel frattempo raccolgono asparagi, raccontano barzellette, ti passano l'acqua, tirano su un muretto a secco, tinteggiano casa, e poi, dopo il tuo allenamento, ripartono per farne uno vero (magari altri 36 Km corsi però sotto i 4').

Fantascientifico: è quel runner, che sa di essere scarso, ma nella sua testa ogni tanto parte l'embolo e fa cose assurde come provare a correre una mezza a 4' quando non è mai riuscito a correrne una a 4'40". Ogni tanto gli escono frasi del tipo: "Ma tanto prima o poi ti supero", e magari lo dice, seriamente, a quello che va più forte di lui di 2' a Km.

Metronomo: spesso coincinde col top runner; non ha bisogno di Garmin, sa esattamente a che passo sta andando, sa quanto ha corso, e sa per quanto deve ancora correre. Sul suo passo potrebbe suonare a tempo l'intera orchestra della scala

Old School: sono solitamente dei quasi sessantenni, che non si sono mai rassegnati all'uso del GPS. Per loro la corsa sono solo scarpette, pantaloncini, canotta e un orologio. Ripetono un mantra: "Tu devi sentire il tuo corpo". Spesso hanno l'aspetto di un bonzo tibetano, e di tanto in tanto capita che in gara ti chiedano a che passo stanno andando. Proprio in quel momento ti verrebbe da dire loro: "Senti il tuo corpo, e quando ti risponde fammi sapere!"

So che ce ne sarebbero molti altri, a voi aggiungerli!
Buona Corsa!

lunedì 7 ottobre 2013

Saucony Ride 5

Alla fine, tra sconti dal mio rivenditore di fiducia e cambi di filosofia in casa ASCIS, mi sono ritrovato ai piedi le oramai datate Saucony Ride 5.

Quando le ho comprate già sapevo di comprare una scarpa vecchia di un anno; il mio rivenditore di fiducia stava svuotando i magazzini. Alla fine ho acquistato queste scarpe che di listino sono a 155 euro, a solo 91 euro.

Sulle prime, in negozio, la sensazione era quella di mettere una scarpa molto protettiva, forse pure troppo. Molto morbida e avvolgente, l'ho comparata con una Rider 15 della Mizuno. Avrei giurato di avere ai piedi una scarpa molto protettiva e pesante, la Ride 5, mentre con la Rider 15 mi sembrava di avere ai piedi una scarpa molto più leggera e meno protettiva.

In realtà, con mio grande stupore, come poi mi  ha confermato il negoziante, la Ride 5 è molto più protettiva della Rider 15, ma pesa circa 20 gr in meno sullo US 9.

Quindi senza indugiare le ho prese, pensando di avere trovato finalmente un buon compromesso tra peso e protezione. 

In negozio mi hanno deluso le Cumulus 14 prese mezzo numero in più rispetto alle attuali che ho a casa e stanno per tirare le cuoia. 
Il fatto di avere iniziato a fare le scarpe con il toebox più affinato, causa, per la forma del mio piede, un inutile spazio vuoto sul fronte della scarpa che mi fa sentire il piede troppo libero di muoversi.

Mentre scrivo, le Ride 5 hanno già 84 Km sulla suola e con queste ho fatto svariati allenamenti a svariati passi: 2 lunghi intorno ai 16 Km entrambi corsi a 5' al Km, alcune sedute di variazioni di ritmo e anche allenamenti con allunghi in salita.

Devo dire che sui lenti, la scarpa rende benissimo; tenendo presente che sono un peso medio alto con un passo medio lento, devo dire che il contatto con il terreno non si sente e a fine allenamento le gambe non sono per nulla provate nelle articolazioni.

Andando a fare allenamenti con variazioni di ritmo, devo dire che la scarpa, nonostante sembri una pantofola, risponde molto rapidamente alle mie richieste; ieri, facendo una seduta 1' forte + 1' lento, devo dire che appena chiedevo il passaggio da 4'50" a 3'50" mi dava subito una risposta rapida, senza aspettare, come con le Cumulus 13, che le gambe andassero perfettamente a regime.

Devo dire che per ora sono molto adatte al mio modo di correre, con i piedi radenti e senza mai alzare troppo le ginocchia.
Ho letto in rete, che come tutte le Saucony, la suola tende, con rapporti peso velocità simili ai miei, a deteriorarsi intorno ai 500 Km. Ecco, forse questa è l'unica pecca per una scarpa con un prezzo così alto.

Credo che per il futuro la strada sia segnata: salvo modifiche di un certo rielievo nei prossimi modelli Asics, credo di essere appena diventato un Saucony addicted.

Buona corsa!