Dopo un mese di silenzio, mi rifaccio vivo su queste pagine.
Ne sentivate la mancanza? No? E chi se ne frega?
Allora, veniamo a noi.
Dopo avere corso per svariati mesi, compresa una maratona, con le Saucony Ride, prima 5 poi 6, ho deciso di aggiornare la mia scarpiera con un altro paio di scarpette della casa americana.
Questa volta non sono le Ride, anche perché costano tanto, ma un paio di più economiche Jazz 17.
Come le sorelle maggiori, anche queste scarpe sono 280 gr sullo US 9, hanno un drop di 8 mm, e sono di categoria A3.
Detta così, sembrerebbero un clone.
Come oramai da qualche hanno in casa Saucony, la scarpa è stata alleggerita sulla tomaia. Infatti se da un lato abbiamo un peso tipico di una A2 pesante, dall'altro abbiamo l'ammortizzazione tipica di casa Saucony.
A differenza della Ride, della quale indosso lo US 9.5 (mezzo numero più del solito US 9), con la jazz indosso lo US 9 solo perché in negozio non avevano a disposizione lo US 8.5.
Mi ero innamorato della scarpa è ho preso il rischio di prenderla un filo abbondante.

La scarpa si addice a chi ha un piede filiforme; infatti la punta va a stringere parecchio, molto più delle Ride.
Sia visivamente, sia prendendole in mano, danno decisamente una sensazione di leggerezza.
Così come tutta la filosofia Saucony del drop a 8 mm, devo dire che anche queste Jazz portano a correre non con una rullata completa ma invogliano ad atterrare col mesopiede.
A differenza delle Ride, che già dopo 100 Km davano segni di usura della suola, queste Jazz paiono avere un battistrada leggermente più duro.
Cosa aggiungere: a settembre le proverò nella prima mezza maratona della stagione, e se come penso, le sensazioni dovessero essere buone, potrebbero essere le nuove compagne per la preparazione della prossima maratona.
Buona corsa!