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martedì 19 marzo 2019

VI Mezza maratona del Giudicato

Dopo quasi 10 giorni dalla gara mi decido a scrivere il resoconto di una corsa che è stata piacevole, non corsa per fare tempo, e soprattutto ci ha regalato uno sprazzo di sole primaverile.

Come sempre arrivo con abbondante anticipo a Oristano, quest'anno senza famiglia al seguito, perché il nano è raffreddato e lasciarlo sotto la brezza di maestrale tutto il giorno mi fa temere per la sua salute.

Arrivato in prossimità della partenza non vedo nessuno, quindi prendo la direzione di piazza Eleonora e vado a farmi un caffè, davvero buono e corroborante.

Al rientro, sulla riga di partenza/arrivo incontro Alessandra che con la sua collega sta preparando il sistema di cronometraggio TDS. Visto che non ho nulla da fare e il pettorale me lo ha recuperato il giorno prima Giuseppe, decido di aiutarle a spostare tavolo, stendere tappeti e così via.

Alle 9 finalmente vedo Giuseppe che mi consegna pettorale e pacco gara; assieme andiamo alla macchina e mi cambio. Pisciatina orientativa e si inizia il riscaldamento. Ora sono in canotta e manicotti. C'è fresco e si sta decisamente bene.
Torniamo in zona partenza e continuiamo a corricchiare incontrando un sacco di gente. Oristano è a metà strada tra Cagliari e Sassari, per cui riesce a catturare un bel po' di atleti che solitamente non vedo nelle gare del cagliaritano, tra cui una splendida ragazza, che poi scoprirò chiuderà la gara in 83'.

Alle 9:45 entriamo in gabbia, c'è davvero parecchio caldo, e infatti i manicotti vengono sfilati. Sulla riga di partenza ci sono anche Emiliano e Manuel, due compagni di squadra. Emiliano per noi è inavvicinabile, mentre Manuel pare voglia fare il nostro passo. In teoria, dividendo la gara in tre split da 7 Km dovremmo tenere 4'25" - 4'20" - 4'15". Gli diciamo di stare con noi che lo porteremo all'arrivo in 4'20" di media.

Dopo qualche minuto di ritardo sulla partenza, lo sparo.
Emiliano e Manuel partono a razzo.
Io e Giuseppe non rispettiamo esattamente la tabella di marcia anche perché nei primi chilometri incontro Maurizio, che è un po' fuori allenamento, ma tra una chiacchiera e l'altra perdiamo il contatto col cronometro e i primi chilometri li facciamo decisamente più veloci.

Dopo 2 o 3 chilometri Maurizio rallenta e io e Giuseppe ci attestiamo sui 4'19".
Tutto sembra andare via facile, anche se ora il cielo si è aperto del tutto, non c'è vento e si inizia a sudare.
Al 7° Km chiudiamo in 4'18" di media ma Giuseppe è dietro di me di dieci metri, penso voglia sfruttare la scia di altri atleti.
Intanto una tizia in bicicletta ci incita per raggiungere un gruppetto davanti perché ora il vento lo abbiamo proprio in faccia. Così che si possa fare gruppo e faticare un po' meno.
Ma meglio non strappare. 

Intanto riaggancio Manuel che è partito troppo forte e mostra già i sintomi di chi sta per saltare.

Verso il 9° Km come ogni anno, c'è il giro di boa dove atleti che arrivano verso la spiaggia incontrano una prima volta quelli che vanno via. E la tizia in bici si rifà viva e scassa un po' le palle perché a momenti porta via qualcuno.
Il passo per me è costante, sempre 4'18" con agilità anche se la tentazione di rallentare inizia ad affacciarsi.

Dopo i 340 Km corsi a Dicembre, sono andato via via riducendo il chilometraggio, un po' per virus intestinale, un po' perché ho fatto trasferte per il lavoro, un po' perché sto attraversando un periodo di stanca.

Comunque, dopo un chilometro di esitazione, mi rimetto a regime. Si entra a Torregrande e il vento laterale è davvero fastidioso. Al 12° km altro giro di boa, e vedo che Giuseppe non è poi così distante, al massimo sarà a 100 metri.
Usciti da Torregrande inizia il rettilineo più noioso della gara, quello che ogni anno rischia di far saltare i nervi e deconcentrare. Non lo patisco e al 14° Km chiudo di nuovo a 4'18".

Inizio a pensare di poter fare i prossimi 7 Km intorno ai 4'15", mi sento bene, e non sarebbe male avvicinare i 90' così, senza particolare tenuta atletica.
Ma superato il 15° Km, c'è un cavalcavia lungo e duro, alla fine del quale passo da 4'19" a 4'23" nello split.

Per fortuna rettilineo e poi discesa, penso di potermi rimettere in riga in un chilometro. Invece questo è l'inizio della crisi. Al 17° provo a rintuzzare, ma non tengo il passo e anzi sento la crisi arrivare. Cosa che di solito non mi succede, vengo ripreso da 5/8 concorrenti che avevo superato parecchi chilometri prima. Probabilmente sto andando a 4'30". Al 18° mi supera uno che nona vendo il garmin mi chiede il passo globale. Siamo a 4'19" su tutta la gara, ma nello split sono a 4'25".

Al 19° toccherò addirittura, per qualche centinaio di metri, i 4'26".
Gli ultimi due chilometri li faccio con alle spalle una ragazza che sbuffa come un treno a vapore. Decido di resistere e non farmi superare; cerco una scioltezza che le mie gambe non sono in grado di dare, ma comunque il passo si rifà un filo più rapido.
All'inizio dell'ultimo chilometro, non sento più la ragazza dietro di me (arriverà a 20 secondi da me) e anzi rivedo la tizia in bici


che incita un suo compagno di squadra che è sulle gambe. Ultimi 300 metri fatti in spinta (3'50" di passo) supero uno o due corridori e taglio il traguardo.
Il Garmin dice 1h31'45". Non male per una gara corsa con i residui della preparazione di Dicembre.
Ora testa a Pula a Maggio, e se capita ad Aprile un gita turistica a Chia.

Buona Corsa