Oggi, come al solito, alle 4:45 del mattino ero in giro per il mio solito allenamento.
Per tenere la testa lontana dal pensiero della fatica continuavo a canticchiare una canzone di 20 anni fa di Zucchero: I Frati.
Forse pochi se la ricordano. E' dall'album Miserere.
Nel testo la prima cosa che si chiede è: "Quanto costa cara Quanto costa cara Quanto costa Quanto costa la felicità!"
E mentre corro penso che per quelli che come noi corrono con pioggia sole o vento, oppure a qualsiasi ora del giorno, il costo della felicità è il sudore che impregna le nostre magliette, il dolore alle articolazioni, i crampi alle cosce o ai polpacci. Anche lo stop per un'infortunio è il prezzo da pagare. Ma la felicità che ti dà varcare la linea di arrivo di una qualunque competizione, che siano 1000 o 42195 metri, magari esprimendoti al massimo delle tue possibilità, non ha prezzo.
Nella canzone Adelmo Fornacciari continua così: "Non ho più un sogno e non ho neanche un 6 Ma vai bene così, che va tutto male."
Bhe, noi quel sogno ce lo abbiamo e si chiama arrivare al traguardo... Ma forse il sogno non è arrivare al traguardo, ma la strada e il tempo che ti separano dalla partenza all'arrivo!
Buona Corsa!
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