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lunedì 11 dicembre 2017

Cagliari Respira 2017

Finalmente dopo mesi di preparazione arriva il giorno della rivincita.

Un anno fa era andata malissimo causa dissenteria nelle 6 ore prima della gara.

Quest'anno dovrei avere fatto tutto per bene, avvicinamento negli ultimi 3 mesi con gare con risultati sempre in miglioramento, allenamenti sempre più tosti per aumentare i cavalli nel motore, e il peso in caduta libero.

Però.

C'è un però.

Nelle ultime tre settimane ho avuto costantemente tosse e una nevralgia al trigemino.
E soprattutto nella settimana pregara, mia mogie è stata operata alle tonsille. Per cui, se è vero che ho lavorato solo sei ore al giorno, al rientro a casa mi aspettava una vita da casalingo disperato, tra moglie da accudire, figlio da gestire, e ritagliarsi il tempo per le sedute di allenamento è stato un dramma. Ho rischiato anche l'incolumità del matrimonio!

Comunque quel che è fatto è fatto.
Dopo la gara di Molentargius, chiusa a 4'09" sono fiducioso di poter gestire una mezza intera a 4'15".

L'idea è di partire a 4'20" e andare in progressione per poi sparare tutto dopo il 17°.

Arrivati a Cagliari come una comitiva di zingari con tutta la squadra, troviamo un clima prettamente invernale: cielo terso ma 5°C. Per me l'ideale.

Si cazzeggia in compagnia, si dicono le solite 4 fesserie. Si aspetta il comapgno di squadra che Sabato ha ritirato i pettorali.

Alle 9 la temperatura è salita, è proprio una bellissima giornata per correre.
Mi cambio, saluto gli amici che incontro intorno alla pista, poi via di riscaldamento.

Alle 9:45 entro in gabbia, e lì come un animale, non riesco a stare fermo, in più il fresco mi congela i reni, e come un bestia, sono obbligato ad inginocchiarmi e liberare la vescica in mezzo a più di mille persone.

Alle 10:00 puntuali come il Big Ben, via.

Mi ripeto di tenere i 4'20". Ma oramai le gambe sono abituate a ritmi un po', non molto, più veloci. Raggiungo prima Maurizio, che vuole farla proprio a 4'20". Vorrei stare con lui, ma le gambe girano bene, e dopo 300 metri lo lascio. Raggiungo alla fine del primo chilometro il palloncino dell'ora e trenta. Cerco di stare dietro di lui, ma le gambe sono sciolte e mi accorgo che tenere il suo passo mi sta imballando.
Mi butto a sinistra e lo supero senza strafare. Vado facile a 4'13".

Arrivati all'imbocco di Largo Carlo Felice il primo strappo di 250 metri. Gli altri anni l'ho fatta senza patemi. Invece quest'anno, stranamente, sento le gambe indurirsi. E siamo solo al 3° Km.

Sotto la statua di Carlo Felice, inversione a U e si va in discesa, lascio le gambe sciolte, ma sento che qualche cosa non quadra; per un attimo ho il cuore in gola, ma non ci faccio caso. Nel frattempo mi accodo a due corridori della stessa società: lui a fare il passo, lei a cercare di fare il personale. Mi accorgo che hanno il mio stesso target. Bene, forse ho trovato con chi fare la gara.

Nella discesa di Viale Trento sono a 3'57" che poi a fine chilometro saranno 4'12". Sto bene non fatico e il battito è regolarmente sotto i 180bpm. Sento però le gambe infastidite sulle fasce late.

Ora siamo in via Roma e i palloncini dell'ora e trenta ci stanno riprendendo. Non mi preoccupo, quello è il mio target. All'imbocco di viale Diaz mi faccio riassorbire e mi metto coperto in seconda fila per prendere meno aria. Però le gambe dolgono. È come se non avessi scaricato bene durante la settimana, come se il raffreddore mi avesse fortemente indebolito. Cerco di condurla di testa. Dopo poco mi si affianca Marcello che fa la 6 Km; mi saluta, ma sono concentrato e quasi lo ignoro, devo gestirmi.

Alla fine del nono chilometro c'è il ponte Vittorio. Qui finisce la mia gara. Le gambe ora fanno malissimo, è come se da un momento all'altro dovessero arrivare i crampi. Rallento, cerco di lasciare andare i palloncini con l'intento di fare un chilometro di pausa per poi ripartire. Non riaprtirò.

Sarà un rallentmaento continuo. 4'30", 4'38", 4'40", 4'42".

Ora voglio solo finirla. Mi faccio superare da chiunque, oramai in testa c'è solo voglia di arrivare fino in fondo per non ritirarmi un'altra volta.

Verso il 17° incontro di nuovo Maena, oramai una costante nelle mie ultime gare in Ogliastra. Lei è sciolta correndo, ma farmi battere da lei non mi va. Corro di fianco a lei e tengo il suo passo. Penso che potremmo essere di sprone l'uno all'altro.

Poi al diciannovesimo mi passa per 100 metri davanti. Ha un lettore mp3 che diffonde nell'aria autentica musica di merda. Questo va a compensare l'ottimo panorama che è il suo fisico. Quando dai mini altoparlanti viene fuori Despacito, non resisto, mi faccio sotto, le faccio presente che correre con quella musica di merda è considerata tortura in 190 nazioni e torno in testa. Da ora non la vedrò più. Ancora un rampetta fino al ventesimo chilometro e poi giù in via Rockfeller.

All'imbocco del campo CONI, un runner mi fa: "Li andiamo e prendere". Ok andiamo, allungo di 300 metri, riprendiamo una decina di concorrenti e poi gonfiabile.
Il crono si ferma a 1h35'30". In passato avrei stappato un Ferrari per un crono del genere, ora invece torno a casa con l'amaro in bocca. Perché dopo la gara di Molentargius i miei sogni erano per 1h28" alto.

Va bene così. Dopo quasi due anni ho chiuso un'annata decentemente, con alcune piccole soddisfazioni, qualche delusione e con nel mirino i 3200 Km percorsi in un anno.
Adesso testa bassa e lavorare fino al 18 Febbraio per la mezza del Giudicato, dove l'under 90' dovrà essere un obbligo, malanni di stagione permettendo.

Buona Corsa!