E dopo mesi di allenamento eccoci a Milano. Si arriva il giovedì e dopo un po' di aereo, bus e metropolitana, eccomi a casa di amici che non vedo da natale. In questi giorni di corsa non se ne parlerà, ci si dedica a vedere posti mai visti, assaporare birre artigianali, a Lambrate il birrificio fa un'ottima birra, anche se un po' troppo speziata, e purtroppo, come tutti gli uomini del nord italia, si subisce la piaga Ikea.
Venerdì siamo andati in piazza Duomo e ho ritirato il pettorale; sembra tutto molto organizzato. Il pacco gara è ottimo e abbondante. La maglietta della Adidas e tutto il resto contenuto nel pacco sono ottimi prodotti (certo che la Parmigiano Reggiano si è sprecata a darci un cubetto di formaggio grande come un dado del monopoli).
Sabato, con mia moglie e gli amici siamo andati sul lago di Como, abbiamo visitato Bellagio, caratteristico paese sul lago e abbiamo fatto delle camminate in giro per le salite coi ciottoli del paesino, abbiamo fatto qualche foto e poi, dopo 40 minuti estenuanti di curve, siamo andati pure a Como, dove abbiamo visto ciò che resta dell'orribile muro in riva la lago.
Arrivati a casa eravamo degli stracci e di notte non ho chiuso occhio. Gambe stremate e testa altrove mi tengono sveglio. Alle 7 di domenica mattina colazione e poi... e poi... e poi... E poi quel fottuto intestino che mi ritrovo decide di tenermi sulle spine facendomi entrare e uscire dal bagno. Vabbè. Alle 8.30 via in metro e alle 9.15 siamo all'arena. E' stupendo, non ho mai partecipato a una gara con così tante persone. Sembra tutto perfetto; si respira una bell'aria, ci sono gli agonisti che iniziano a scaldarsi dalle 9,45, e alle 10 iniziamo a vedere quelli della 50000. Alle 10, con il mio compagno di avventura Giuseppe, iniziamo il riscaldamento con l'intestino che mormora. Vediamo pure dei professionisti che si riscaldano. Il loro passo di riscaldamento è mille volte più veloce del mio quando corro. Sono uno spettacolo.
A 20 minuti dal via ho il ventre che parla, non so che lingua, ma non sta zitto un secondo.
Alla fine si entra nelle gabbie e via... Partiti.
Seimila persone ammassate sono un casino pazzesco ma è uno spettacolo vederci. Purtroppo la partenza, così come mi aveva detto Oliver, è un casino e si perde parecchio tempo. Solo al 3° chilometro riesco ad andare a regime. E questo regime dura pochissimo. Il ventre parla e ho paura di esplodere da un momento all'altro. Mi immagino nascosto nell'androne di un palazzo che svuoto le mie membra. Lascio andare via il mio compagno e decido che questo sarà un allenamento. Per fortuna al 10° Km ci sono i bagni chimici e riesco a svuotare la vescica. Va meglio, ma oramai ho mollato e vado a passo di lento, oltretutto senza guardare il garmin.
Alla fine arrivo all'arena civica e mi lancio in uno sprint di 500 metri. Alla fine l'arrivo è uno spettacolo e la cornice dell'arena civica è perfetta. Mai vista così tanta gente che blocca allegramente una città.
Il crono è una cagata, ma come detto è stato un allenamento (1h44m45s). Unico appunto: Milanesi, rilassatevi, non succede nulla e non morite se applaudite chi corre per strada, e soprattutto fatevi una cazzo di risata. Complimenti a tutti quei genitori che hanno portato i bimbi a fare il tifo e a pretendere il cinque da chiunque passasse.
Buona Corsa!