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giovedì 6 dicembre 2018

CRAI Cagliari Respira

Il 7 ottobre ci sono andato vicino. Ma andarci vicino non conta nulla se non a bocce.
Quel maledetto limite dei 90' mi perseguita oramai da 4 anni. Da quella Cagliari Respira del 2014 dove inaspettatamente, anche se solo per 2 secondi, andai sotto i fatidici 90'.

Dalla Mezza di Ogliastra sono passati quasi due mesi, 500 Km di allenamenti ai soliti orari da panettiere, chilometri più o meno veloci, un po' di stanchezza dovuta alla vita quotidiana e qualche ritocco alle tabelle proprio per la troppa stanchezza accumulata.

Domenica 25 Novembre ultimo test: 27 Km con dentro un ventello da fare in teoria con solo i primi 5 e gli ultimi 5 chilometri un filo più lenti del passo gara (4'12"). Invece alla fine verrà fuori un 20 Km tirato a 4'15", con gli ultimi 5 Km fatti a 4'07". E quella settimana la chiuderò a 85 Km.

I presupposti per fare bene ci sono tutti; scarico per bene le gambe dopo il mercoledì in cui faccio un 3*2000 a RG.

Domenica si parte con i compagni di squadra, arriviamo abbastanza in anticipo. Seconda colazione con pane e miele alle 8:30 e poi ci si prepara per lo start alle 10.
In fase di riscaldamento non riesco a svuotare l'intestino. Come dirò a Maurizio in fase di riscaldamento, non mi sento soddisfatto, è come se sentissi una forza dentro che neanch'io so come.

Partenza
Con Maurizio, ex collega nonché amico di tante mezze, decidiamo di partire assieme. 4'15" per i primi 5 chilometri e poi vedremo.
Intanto mi attardo cercando di fare il vuoto dentro di me. Questo ci costerà partire parecchio dietro in gabbia.

Alle 10 lo sparo.
Percorso leggermente modificato alla partenza e all'arrivo a causa dell'inagibilità dello stadio del CONI. Si parte dalla fiera. Usciti dalla fiera, subito la salitella di via Rockfeller e poi giù in picchiata per viale Diaz e via Roma.
Le gambe vanno bene e i 4'15" ci stanno tutti senza fatica.
Arriviamo ai piedi di largo Carlo Felice. Teniamo i 4'15"/16" e vediamo che quando noi siamo praticamente alla base della salita, i palloncini dei 90' sono quasi in cima. Diciamo che hanno su di noi circa 200m di vantaggio.
In Gruppo
In piazza Yenne si scollina e via giù per corso Vittorio. Maurizio si stacca, per lui i 4'15" erano un tentativo che capisce di non avere. Io vado e lo split ai primi 5 Km dice 21' netti. Ma il Garmin segnala 40 metri meno dei 5 Km. Succede.

A questo punto decido di mettermi a passo gara, 4'12". In realtà la discesa mi aiuta e il sesto chilometro lo faccio quasi tutto sotto i 4' a Km. Comunque la gamba gira facile, continuo a riprendere una marea di concorrenti che mi sono partiti davanti. In viale Trieste vedo un gruppo di atleti di una stessa squadra, mi metto con loro fino a via Roma. riprendiamo ancora un bel po' di gente. Sono a 4'10" costante e senza fatica. non salto un ristoro.

Via Roma
Finita via Roma, a metà viale Diaz c'è la solita salitella che ho paura mi cuocia, ma la prendo con calma e va via facile. Riesco pure a salutare Massimo e Stefano che mi incitano. Ponte Vittorio e poi giù per viale Poetto. Split al 10° Km in 21'09" con il Garmin che segnala 5.08 Km. Perfetto. in pratica il passaggio ai 10 Km in 42'10". Sono in tabella.
Supero le caserme, e continuo a recuperare atleti, vedo i palloncini dei 90' sempre più vicini. Molti degli atleti che recupero sono tra coloro che al via erano partiti coi palloncini e iniziano a saltare.
Sto davvero bene, gamba che gira facile, nemmeno un accenno di stanchezza. Decido di non prendere i carbogel perché ho paura che l'intestino si possa svegliare.

Viale Diaz
Sul lungomare Poetto inizia a entrare un filo di vento, ma non ci faccio caso, io ho il mio passo e vado convinto a 4'10"/11". Arrivo davanti all'ospedale Marino dove c'è il giro di boa. E lì c'è il cartello dei 15 Km. A sensazione mi sembra un po' presto. Split: 18'48". Sì è decisamente in anticipo. Il Garmin dirà 500 metri spaccati. 
In questo momento succede qualche cosa, ho paura che i miei piani gara saltino, anche perché ora nella mia testa dovrei andare a 4'08".
Entriamo a Molentargius e qui la brezzolina trasversale diventa vento in faccia. Sono a 10 metri dai palloncini verdi dei 90'. Vorrei raggiungerli per stare coperto. Ma come se mi si fosse spento un interruttore, le gambe iniziano ad imballarsi sullo sterrato.
Non riesco ad andare oltre i 4'16". Passo di fianco a un cartello ribaltato, forse quello dei 16 Km (che non vedrò mai).
Vedo i palloncini che un poco alla volta iniziano ad allontanarsi.

Poetto
Al 17° Km sono in piena crisi, ogni tanto rintuzzo ma più veloce di 4'18" non vado. Diciottesimo e diciannovesimo sono un'agonia.
Per la prima volta in gara vengo riagganciato da altri atleti che prima avevo superato in scioltezza. 
Gambe dure e testa che vorrebbe mollare; arrivo al 20° Km in 22'43", ma soprattutto il Garmin dirà che è stato uno split da 5220 metri.

Ora non c'è  altro da fare che cercare di accelerare, siamo sulla ciclabile di Su Siccu; dopo un po' c'è la curva che riporta verso piazzale Marco Polo, dove ho parcheggiato, proprio di fronte all'ingresso della Fiera. Qui ritrovo gamba, riprenderò uno o due atleti che mi hanno superato poco prima, sento Stefano o Massimo, non ricordo, che mi incitano, una volata di 200 metri. Vedo il cronometro che dice 1h28' e poco. Sprinto. Stop al Garmin. 1h27'45".
Quasi Finita
Che tempo. Ma come ho fatto?
Come cazzo ho fatto... Aspe'... Controlliamo la distanza misurata... 20.750. Ecco il barbatrucco. Questo crono non varrà più di 1h29'20".

Purtroppo a causa del cambiamento di percorso nell'ultima settimana il percorso nonostante sia stato omologato FIDAL, è stato misurato male.
Vabbè. Vorrà dire che avrò un PB non omologabile da dover abbattere. Ora testa alla prossima mezza, presumibilmente a Oristano.
Buona Corsa.

giovedì 11 ottobre 2018

5° Mezza Maratona d'Ogliastra

E dopo un anno rieccomi sulle strade di Cardedu e Barisardo. Quest'anno non si passa più nel territorio di Tortolì, con le sue salite di Cea e l'arrivo al lido di Orrì, ma si parte dal territorio di Gairo, da Su Zirboni e si arriva alla Torre di Barì.

Sono molto affezionato a questa gara che per me significa la riapertura della nuova stagione di gare. Su cinque edizioni ho perso solo la 3°. Nonostante la gara sia di piccole dimensioni è sempre stata ben organizzata, e quest'anno, dopo la parentesi dell'anno scorso gestita del mio amico di corsa Claudio Bagnasco, l'organizzazione torna in mano all'associazione Manotesa.

Già dal sabato si sente l'accoglienza della gente che mette il cuore nella gara e nella sua organizzazione. Arrivo di pomeriggio alla torre di Barì dove si ritirano i pacchi gara, una ragazza dell'organizzazione, di cui non ho chiesto il nome da gran cafone, mi guarda e fa: "Bonetti...". Capisce che rimango stupito. Le dico: "sì... come hai fatto?". "Ricordo la faccia dalla foto". Poi ci penserò... ma quale foto?

Comunque ritiro il pacco gara, che per 12€ di iscrizione è davvero tanta roba: zaino, maglietta, svariate buste di frutta secca bio. In più ne avessi il tempo, che non avrò, l'indomani avrei diritto al pasto gratis (credo ci fosse pecora in cappotto e tanto altro).

Torno a casa, cena a Lanusei con pizza a base di pecorino e guanciale, e poi alle 22 a nanna come un vero atleta.

L'indomani sveglia alle 6:30, colazione un po' arrangiata e alle 7:30 via verso l'arrivo da cui un bus ci porterà alla partenza.

Mentre sono per strada l'intestino reclama vendetta, e perché farlo arrabbiare rischiando di subirne le conseguenze in gara?
Dopo poco sono a Barì, dove subito incontro Claudio e altre persone che conoscerò sul momento. Tra queste Gastone Breccia, che nel pomeriggio presenterà il suo libro "La fatica più bella", e un ragazzo pisano di origini sarde con il quale chiacchiero in bus fino alla partenza.

Arrivare in bus alla partenza mi lascia stupito. Partenza a circa 120 m sul livello del mare. 
9:30 squillo di tromba e si parte. I primi cinque chilometri sono un delirio. Soprattutto i primi 2 che li corro sotto i 4' a Km. Un terzo chilometro rallentato a 4'27" causa uno strappetto in salita e poi tutti tra i 4'11" e 4'15" fino al decimo. La discesa mi ha dato fiducia, però so che ora inizia il duro: reggere di testa.
Altimetria
Guardo il crono e dice che la media è 4'11". Potrei fare il personale.

Da adesso decido di gestire, forse troppo presto per ragionamenti del genere, ma ho paura di saltare. Mi ero preparato per farla a 4'24", 4'20" andando bene. i 4'11" non sono di sicuro il mio passo.

Fino al decimo chilometro ho recuperato persone, però ora sono solo e non ho riferimenti.

Adesso si torna su un pezzo del vecchio percorso, che in passato era all'inizio e non mi è mai piaciuto, falso piano che dal livello del mare mi riportava in passato intorno ai 20m sul livello del mare. Quello che ignoro è che quest'anno anziché deviare nelle campagne, si continua dritt e per altri due chilometri si continuerà a salire fino a 60 m sul livello del mare.

Dopo il decimo chilometro, come dicevo, decido di gestire, due chilometri a 4'18", poi altri due a 4'19". Sono ancora in passo record. Ma ora iniziano i due chilometri peggiori che non sembrano finire mai: il 15° che chiuderò a 4'34" che inizia a cucinarmi le gambe e il 16° chiuso a 4'44" con gli ultimi 200 metri che mi uccidono (vedi foto). Al 17° si torna in piano e con un filo di discesa a favore, ma le gambe non si sciolgono e chiudo a 4'27". Ora ho ripreso fiato, come per magia, anche grazie alla discesa, non sento la fatica, e torno a 4'07". Sono convinto di potercela fare a fare il personale. Nella mia testa c'è un solo strappetto di salita da fare. ERRORE. Saranno 3.
Chiudo il 19° a 4'05" ma subito dopo il primo strappetto, che però non accuso, tanto nella mia testa, non ce ne sono altri.
Invece al ventesimo ce n'è uno bello tosto. E infatti chiudo il chilometro a 4'16". Quando passo davanti al cartello che indica che manca un solo chilometro, sul crono leggo 1:26'37". Il personale capisco che è saltato. Affronto ancora una salita e chiudo il 21° a 4'17". Ultimi 300 metri da GPS corsi a 3'47" anche se inutili mi fanno fare bella figura all'arrivo, dove evito di fermarmi a ritirare la medaglia. Un signore del pronto intervento, mi sfila il chip dal pettorale e gli chiedo "Dove posso vomitare?" Mi guarda esterrefatto come se gli avessi insultato la mamma... 1 secondo e una ragazza gentilissima mi mette la medaglia al collo che come per magia mi blocca i conati.

Siccome non sono sano di mente, forse il poco sangue al cervello mi condiziona, subito dopo la gara, mentre aspetto che Claudio e gli altri, eccetto Gastone che è signor atleta, arrivino, vado a fare il bagno. Mi spoglio in riva al mare, tengo su solo i pantaloncini e giù nelle acque cristalline dell'Ogliastra.

Splendida gara, gestita bene ma non benissimo. Forse avrei potuto soffrire un filo di più sulle salite, e allo stesso tempo usare un po' meglio le energie all'inizio.
Ma questo per ora è quello che ho ottenuto, e tanto mi basta. Negli ultimi 4 mesi mi sono allenato benissimo, correndo 1200 Km e togliendo 3'20" al tempo totale della mezza rispetto alla precedente di Pula. Se tanto mi da tanto (lo so l'atletica non è fredda matematica) a Cagliari potrei davvero fare una bella gara.

Per ora mi sono dovuto rassegnare Martedì e Mercoledì a correre lentamente perché questa gara mi ha lasciato dei forti dolori ai quadricipiti e al vasto.

Oggi sembra meglio, vediamo domani il progressivo se verrà via facile come spero o se dovrò soffrire come i giorni scorsi.

Buona Corsa

giovedì 14 giugno 2018

1° Camminata dell'amicizia - Gairo Sant'Elena

Con la famiglia si decide di andare in Ogliastra per fare due giorni alla solita sagra di Primavera Ogliastrina che si tiene a Gairo Sant'Elena.

Partenza il sabato mattina alle 8 evia andare, sciropparsi 200 Km in auto per poi arrivare in loco, comprare il necessario per qualche panino e poi verso le 13 giù al mare vicino a Tortolì.

Quello che non ci aspettiamo, e che all'arrivo nella nostra solita bottega di paese, una delle figlie della storica proprietaria, mi punti e mi dica: "Alessà, domani non puoi mancare, c'è la corsa dell'amicizia, dai che ci saranno un po' di persone".

Sul momento faccio il vago, ma onestamente non ho voglia di correre. Preferisco farmi i miei 18 Km previsti in tabella, al mio passo, per poi tornare a casa e dedicare la giornata alla famiglia e andare in giro per la sagra.

 Al rientro dal mare, mia moglie pensa bene di scendere in paese, mentre io porto il bimbo a casa, ma si dimentica di darmi le chiavi di casa.
A questo punto dopo 10 minuti di attesa, con il nano, raggiungiamo la mamma, che nemmeno a dirlo ha incontrato i cugini al chiosco in piazza.

Appena arrivo, non sia mai che in Ogliastra le persone non siano ospitali, subito una birra ghiacciata per me e un tea freddo per il nano. Si chiacchiera, ci chiedono di restare anche per la cena in piazza, e nel frattempo arriva la seconda birra ghiacciata.

E già qui uno dei due cugini di mia moglie, inizia ad abbozzare perché non mi iscriva alla gara. io faccio il vago, che vorrei andare al parco di Selene di corsa e tornare e che non pensavo di correre.

In tempo zero, mi trovo una terza birra in mano e sto firmando la liberatoria per partecipare l'indomani alla gara.

Quindi ceniamo in piazza con pecora in cappotto, vare coccò, casu axedu e salume locale e via a nanna.
Di sicuro il pasto non è un pasto da atleta, però chi se ne frega.

L'indomani sveglia alle 7, colazione, bagno e via a piedi nei pressi dello stadio, da cui partirà la gara.

Alle 9 si parte.
Il paese è terrazzato, partiamo in discesa ma dopo 500 metri è subito salita, circa 300 metri belli tosti che mi cucinano le gambe... Non mi sono riscaldato a sufficienza.

Torniamo dentro il paese e tra pianori e salitelle siamo già al secondo chilometro. Passo contenuto perché so che per i prossimi 3 chilometri sarà tutta salita.
La prendo con calma per non scoppiare.
Rifornimenti sempre puntuali e precisi ogni due chilometri. Arrivati in cima alla salita al 5° chilometro, inversione di marcia e si torna indietro.

Ci metto un po' a sciogliere la gamba, ma dopo uns esto chilometro a 4'22", finalmente le gambe si sciolgono, inanenllerò tre chilometro sotto i 4'10".

L'ultimo chilometro e ottocento metri è il più rognoso dentro il budello dei viottoli di Gairo. Infatti torno a 4'20".

Dopo l'ultimo tornante un bel rettilineo in selciato e arrivo in 'Prazz'e cresia'.

Sono sesto assoluto, ma il risultato non è quello che mi interessa.
Ciò che è importante è essermi divertito ma soprattutto che delle persone che amano questo sport, senza l'ausiolio di alcuna federazione, abbiano organizzato una manifestazione davvero davvero ben fatta.

Buona Corsa

lunedì 4 giugno 2018

Maratonina dei Fenici

E dopo quasi 3 mesi si torna a vestire un pettorale.

È la prima gara che faccio in orario serale, per cui ci sono parecchie incognite, soprattutto alimentazione e relativo comportamento intestinale.

Con la famiglia ci sciroppiamo 70 minuti d'auto sotto il sole, e la paura che all'arrivo ci sia da sudare parecchio si fa sempre più consistente. Una volta a Pula, via in piazza a ritirare il pettorale.

Come sempre la piazzetta è viva e piena di atleti che aspettano solo le 18 per spostarsi dall'arrivo, appunto in piazza, alla partenza, che dista circa un chilometri da qui.
Intanto Loris manifesta la sua noia più totale e quella santa donna di mia moglie lo sopporta. Ogni promessa è un debito, e come nelle ultime gare, gli prometto che taglierà il traguardo con me, nonostante sappia che i giudici potrebbero squalificarmi.

Alle 18 sono in zona partenza e per fortuna la mia peristalsi mi consente un perfetto assetto.
Contino a scaladarmi e ho paura, dato il sole e la temperatura, di saltare come un tappo di spumante a Natale.
Partenza
Giuseppe mi ha catechizzato, 4'30"/35", è un allenamento che dovrò recuperare alla svelta. Non ho resistenza alla velocità, per cui potrei farcela a farla a 4'25", ma sarebbe troppo stancante. Pensare a fare un personale è fuori dalla grazia divina.

Alle 18:35, con 5' di ritardo, lo sparo. 

Subito dopo la partenza, una rotonda e poi via verso Nora, alle rovine puniche. 
Dopo meno di 500 m incontro Maurizio e Alessandro. Si scambiano 4 chiacchiere e poi con Alessandro decidiamo di fare gara assieme. Entrambi, visto il clima, decidiamo di tenere un passo prudente per i primi chilometri.
Si chiacchiera
È un continuo parlare, non pensiamo alla corsa. I primi tre chilometri sono tutti sopra i 4'30", penso che Giuseppe sarà contento, per una volta sto seguendo le direttive.
Poi chissà perché chissà per come, 4° chilometro a 4'18". Devo darmi una regolata. In effetti è un chilometro con un pezzo in discesa e quello può aver aiutato la gamba. infatti al chilometro successivo torno a 4'28".

Nel frattempo con Alessandro ci facciamo un filo più taciturni, ma fino alla chiusura del primo giro tutto va liscio e si chiacchiera volentieri. Poco prima della chiusura del giro, Marcello cerca di farmi una foto, ma vedendomi solo all'ultimo, credo abbia fotografato chi mi seguiva; scambio una battuta al volo anche con lui che mi avvisa: "Al prossimo giro ti prendo".
Fine secondo giro
Gli ultimi due chilometri si chiudono abbastanza rapidi: 4'21", 4'15".
Sto decisamente bene, decido di non badare troppo al crono e al limite controllare di più la frequenza cardiaca.
Non manco un rifornimento, mi bagno e bevo regolarmente. Intanto il cielo si è coperto e la temperatura sta scendendo. Tutto meglio delle più rosee previsioni.

Al secondo passaggio a Nora, sia io sia il mio compagno di fatica, notiamo che stavolta la salitella inizia a farsi sentire sulle gambe. Al prossimo e ultimo passaggio, in questo punto si concluderà il sedicesimo chilometro. Ci guardiamo e abbiamo la stessa idea: ci sarà da soffrire.
Marcello aggiusta il tiro
Intanto continuiamo regolarmente a recuperare concorrenti che sono partiti davanti a noi o che sono partiti più veloci e ora stanno iniziando ad accusare la fatica.

Al 14° Km siamo di nuovo in centro a Pula e qui c'è un pezzo di falso piano, dove Arnaldo ci scatta le solite foto di rito (io in realtà lo vedrò solo all'ultimo giro). Anche questa salita mi fa temere, perché all'ultimo giro sarà all'ultimo chilometro.

Ripassiamo in piazza e Marcello stavolta mi fotografa. Peccato abbia il cellulare settato a capocchia, altrimenti la foto sarebbe molto carina.
È finita

Secondo e ultimo passaggio sotto al gonfiabile, ora Alessandro rifiata e mi lascia 10/15 metri di vantaggio. Mi giro regolarmente ma vedo che non molla. Ogni tanto gli chiedo come vada e mi dice di andare che non si sgancia.

Poco prima della chiusura del 16° chilometro supero Luca, che solo la domenica prima ha fatto un ultra trail in Transilvani. Sbigottito gli chiedo: "Ma come cavolo fai?", Mi risponde che in Transilvania c'era dell'ottima birra a basso costo. Ottimo doping.Lo saluto e vado oltre.
Alla canna del gas

Ora Alessandro è un filo più staccato, ma continua a non mollare. Io mi sento un po' stanco, ma non c'è odore di crisi. 16°, 17° e 18° si chiudono in 4'26", 4'24", 4'21". Sono regolare. Dal 15° chilometro il Garmin dice che sono in media a 4'25", sono arrivato anche a 4'24".

Tra 19° e 20° supero ancora un bel po' di gente, ma in testa mi viene paura di saltare, non so per quale motivo, e infatti chiuderò il 20° a 4'29".
All'ultimo chilometro decido di dare tutto, passo davanti a Arnaldo che mi farà due belle foto, dove prima esulto, perché sta finendo, e poi gli faccio cenno che non ne ho più.
Al traguardo col nano
Il 21° si chiude a 4'23".
Da Garmin mi restano 300 metri che chiuderò a 4'04", solo perché negli ultimi 50 metri rallento per tagliare il traguardo con il nano.

Finale 1h34'10". Partita per essere un'allenamento, credo che sia stata la mia miglior mezza (secondo tempo dopo il mio PB).

Ora non resta che mettermi finalmente a dieta, perdere sti 3 Kg di troppo e arrivare all'autunno per l'Arbatax resort park e la Mezza d'Ogliastra dove potrei divertirmi di nuovo sulle colline di CEA sperando che non cambino il percorso.

Buona corsa.

mercoledì 4 aprile 2018

Primo trimestre

E anche quest'anno mi ritrovo a fare un controllo di cosa è accaduto nei primi tre mesi dell'anno.

Finito dicembre 2017 con la delusione della mezza in preda ai dolori muscolari, mai successo prima d'allora, a Gennaio riparto bello baldanzoso.

Ripetute sotto i 4' a chilometro e tanta voglia di avere finalmente il rendimento atteso.
Invece dopo i primi dieci giorni del mese, una lieve infiammazione al trocantere destro, la stessa che mi ha bloccato 5 mesi nel 2015/16, torna a farsi sentire.

Mi fermo qualche giorno, riparto, magari senza forzare la velocità, e riesco pure a mettere dentro un 30 Km sotto i 4'50" con dentro 25 Km a 4'39".
Sono fiducioso, e mi iscrivo alla mezza di Oristano, che punto a fare magari non al massimo delle possibilità ma in preparazione per al maratona di Cagliari del 18 Marzo.

Invece arriva a fine gennaio un po' di stress, dormo poco e male e gli allenamenti li setno più faticosi del previsto.
Non so se sono in sovraccarico, ma comunque Giuseppe decide di farmi scaricare. 

Via qualunque velleità per Oristano, gara alla quale sono già iscritto, e tolgo dal calendario la maratona.

La mezza, senza forzare va via facile sotto i 96', però poco dopo, si accumula lo stress e le sedute vengono sempre più difficili.

Ancora modifiche agli allenamenti e si cerca di recuperare un po' di brillantezza.

A fine marzo chiuderò il trimestre con poco più di 750 Km con marzo chiuso con oltre 270 Km.

Però la corsa non è fluida, il peso si è assestato tra i 77 e 78 Kg e tornare in zona 75 si sta rivelando più complicato del previsto.

I prossimi mesi mi serviranno per arrivare alla mezza di Pula a Maggio con qualche velleità di correrla un po' più veloce di Oristano.
Per il resto continuo a correre per scaricare lo stress e poter continuare a bere birra e mangiare pizza come non ci fosse un domani.

Buona Corsa

martedì 20 febbraio 2018

V Mezza maratona del Giudicato

Dopo più di 2 mesi ritorno a vestire un pettorale.

Dalla mezza di Cagliari sono passati almeno 500 Km di allenamenti, un principio di infiammazione al trocantere, stress per il lavoro, qualche notte insonne e ogni volta che sembrava che la forma stesse progredendo (mi sono trovato a fare 10 ripetute da mille tutte sotto i 4' a Km) qualche cosa si metteva di traverso. Quindi alla fine, dagli inizi di Febbraio, mi sto allenando per il solo piacere di correre e recuperare un po' di brillantezza senza pensare al crono.

E infatti domenica mattina l'obiettivo è quello di fare la mezza come un ottimo allenamento (previsione gara 4'40" a Km) ma niente di più. Giuseppe è stato categorico: non devo accumulare fatica.

Domenica mattina, nonostante qualche piccolo imprevisto, carico la famiglia in auto e via con il resto dei compagni di squadra, direzione Oristano.

Lungo la strada intestino molesto, un po' di pioggia, niente traffico. Alle 8:40 sono a Oristano convinto di essere in perfetto anticipo, dato che i pettorali ce li hanno messi da parte.
Peccato che abbia parcheggiato in un posto rimozione, e un vigile gentilissimo me lo fa presente.
Purtroppo a quel punto, e sono quasi le 9, non c'è più parcheggio a ridosso della partenza. Perdo 15 minuti a cercare parcheggio. E sono a 10 minuti di strada a piedi da dove devo incontrare i miei amici con i pettorali.

Alla fine riesco ad essere nella zona del gonfiabile venti minuti prima della partenza giusto per fare un po' di riscaldamento.

Alla fine lo faccio anche poco convinto perché intanto partirò con calma e non andrò mai oltre i 4'40".

Alle 10 e pochi minuti lo sparo.

Parto in cerca di un amico con cui mi sono incrociato pochi minuti prima per fare gara assieme. Per puro culo lo incrocio in mezzo alla marea umana dopo 200 metri dalla partenza.
Si chiacchiera e senza particolari patemi finiamo il primo Km a 4'35" chiacchierando e schivando i soliti che pur sapendo di andare a 6' a Km decidono di partire in prima fila. Ma è una giornata di festa, non mi incazzo, supero e vado avanti.

Nei primi 3 Km con Alessio, questo il nome del mio amico, stiamo costantemente tra i 4'35" e i 4'38". Poi lui inizia ad accusare il passo che forse non è il suo.
Al 5° Km gli dico di proseguire, e mi allargo a prednere rifornimento per entrambi.

Vedo che non riesce a stare a 4'40", ogni tanto rallento, faccio elastico e cerco di riportarlo sotto al gruppo per stare coperto dal lieve maestrale.
Poi al 7° Km una ragazza lo sprona, vedo che potrebbero stare assieme e allora accelero, raggiungo un gruppetto di testa  e in un amen sono a 4'28". Però ho paura di scoppiare e sto un po' con loro ma al 9° intravedo Claudio, l'organizzatore della mezza d'Ogliastra. Faccio un chilometro a 4'20" e gli sono addosso.

Lo raggiungo, mi dice di andare che lui non ha il mio passo, ma io gli dico che non devo tirare e che starò con lui. Bugiardo. Faccio tre chilometri con lui a prendere vento poi i ragazzi a  cui mi ero accodato all'8° mi risuperano, vedo che possono essere il treno buono e allora via un altro strappo a 4'22".
Da qui sto con loro, il rettilineo infinito che da Torre Grande riporta verso Oristano è di una noia mortale. Chiacchiero con loro e dico che è solo colpa loro se sto andando a 4'30" e che il mio allenatore mi cazzierà; se hanno un'anima devono sentirsi in colpa. Uno dei compagni al 15° scatta, deve fare gli ultimi 5 a 4'20", chiede se voglia andare con lui, la tentazione c'è ma non sono ancora del tutto rincoglionito, e lo lascio andare.

Al 16° Km strappo sul cavalcavia che nonostante tutto supero a 4'29". Qui riaggancio un compagno di squadra che è saltato e sta camminando. Provo a portarmelo dietro ma dopo 500 metri molla.

Ora i compagni di gruppo vanno un filo più veloci di me e io non me la sento di andare con loro, ho paura di saltare. Infatti al 17° passo in 4'27" però la testa mi dice di camminare. Non l'ascolto ma rallento e inizio il conto alla rovescia. 18° chiuso a 4'31", 19° a 4'34" e 20° a 4'37" e nonostante tutto, eccettuato un ragazzo che si era fermato al 16° per una punta al fegato che mi riprende al 18° non verrò più superato, ma anzi continuerò a superare.

Al 21° non so cosa scatti in testa e mi rimetto a 4'20" superando almeno una decina di concorrenti; a 200 m dall'arrivo saluto Marcello con un caloroso vaffanculo, che cazzo mi girasse per la testa me lo sto ancora chiedendo; a meno di 100 metri il mio piccolo nano vuole tagliare il traguardo con me, ma è incasinato col giubbotto. Allora lo carico in spalla e faccio gli ultimi 50 metri correndo con un sacco di patate in spalla. Ci giriamo sotto il gonfiabile e salutiamo tutti.

Un giudice FIDAL, tagliato il traguardo, mi dirà che è una cosa che non si può fare e che verrò squalificato.
Lo so, le regole ci sono e vanno rispettate, ma in quel momento lo gaurdo e gli dico con calma e un sorriso: "Ha ragione, non importa". Crono stoppato con svariati secondi di ritardo. TDS dirà che ho chiuso in 95'53".
Ora non so cosa mi attenda.
Per ora continuiamo a macinare chilometri e poi vedremo.

Buona Corsa.

lunedì 1 gennaio 2018

Addio 2017

Allora, da dove cominciare?
Sono seduto davanti al mio vecchio Asus, con una tazza di the e non ho la più pallida idea di come iniziare, da dove partire e cosa scrivere. 
Mi sento più o meno come nel Dicembre 2016 quando alla mezza maratona di Cagliari mi sono ritirato per dissenteria e il giorno dopo arrivò una tabella che dire orribile non rende l'idea.
Dovevo ricominciare a correre ad un passo degno di un bradipo, seguendo il cardiofrequenzimetro così come un musulmano segue il Corano. E per ogni 'errore', puntuali arrivavano le penitenze da fare, e non erano certo preghiere, ma più che altro cilicio e autoflagellazione. Ci mancava solo correre frustandosi con la regola e quella tabella sarebbe stata riconosciuta illegale anche dalle nazioni Unite.

Tutto è iniziato con quella tabella. Correre piano, a lungo e senza affaticare troppo il cuore e i muscoli.

Dopo circa un mese stavo già riprendendo a correre 60' a 4'18"/4'20". Sembrava di essere sulla buona strada.
Peccato che l'influenza di stagione fosse dietro l'angolo. In pratica 10 giorni di febbre e debolezza. Alla ripresa, per sicurezza, Giuseppe non mi fa fare un passo indietro, me ne fa fare 5. Avete presente quel vecchio gioco da bambini dove si chiedeva a 'regina reginella quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello con la fede e con l'anello?'. Ecco, in questo caso la risposta fu: 5 da gambero.

Ok va bene, faccio finta di niente... Non è vero. Mi sono incazzato come una iena. Via mail lunghe spiegazioni che la noia mi stesse uccidendo e che non trovassi più nessuno con cui correre. Tutti mi schifano come l'ebola.
Ma niente da fare, si va avanti.

Poi la Granfondo del Sulcis, mi dà una giornata di divertimento. 25 chilometri sotto l'acqua di cui 14 con due compagne di corsa. Non seguo le indicazioni, corro solo per il gusto di farlo. E mi diverto parecchio.

A questo punto dovrei fare Chia, e dopo 3 anni la mezza e non la 10 Km come fatto in passato.
Invece, siccome mia moglie al posto delle tonsille ha delle armi batteriologiche, mi prendo l'ennesima influenza, che non mi fa venire una linea di febbre, ma che mi debilita al punto che non riesco a stare in piedi nemmeno dopo 9 ore di sonno. E questo per 10 giorni.

"Regina reginella quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello con la fede e con l'anello?"
"2 da crostaceo" (scegli tu se gambero o aragosta, tanto vai all'indietro).

E quindi come diceva il vecchio Ginettaccio "l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare". Si riparte ad andare lentissimi. Non un lavoro di qualità, non un fartlek, mai correre sotto i 5' a Km. Al limite fare una marea di chilometri.

Arrivo a fare 6 allenamenti settimanali. Correrò anche 350 chilometri in un mese. Ora siamo a Giugno, e devo dire che però mi sto abituando. E devo dire che la cosa inizia pure a piacermi. Mi piace correre per tanto tempo lentamente e tante volte la settimana. Ho come l'impressione di essere vittima della sindrome di Stoccolma. Giuseppe è il mio aggressore, o forse la corsa lunga e noiosa, e io mi sto divertendo.

Proprio a Giugno dovrei ritornare a fare dei lunghi, in tabella ho svariate uscite oltre i 30 chilometri. Ma proprio quando potrei iniziare a divertirmi sul serio, le tonsille di mia moglie mi regalano 3 giorni di febbre a 38. Bene ma non benissimo.

"Regina, e mo quanti passi?"
"Sarò buona, facciamo 2 da lumaca"

Ok, ripartiamo per l'ennesima volta. Nel frattempo si torna addirittura a 4 uscite anziché 6. Giuseppe ha deciso che ho bisogno di recuperare.

L'estate, fintanto che c'è stato il caldo mostruoso da 35°C notturni, mi consente di bere litri e litri di birra e di tenere il peso sotto controllo. Farò anche uscite da 27 chilometri per andare al mare, dove all'arrivo mi mangerò anche le bariste del chiosco, oltre 2 paste alla crema, caffè e succo di frutta.

A Settembre, dopo mesi, rimetto su un pettorale. Sono all'Arbatax Park Resort. So che è gara tosta, ma ignoro che il finale sarà da gara in montagna. A fine gara, sarà l'arrivo in compagnia del mio nano, sarà il fatto di avere indossato un pettorale, si accende qualche cosa. Dopo mesi che sui social dicevo di non avere voglia di fare gare, ritrovo il piacere di correre con un obiettivo, che sia una distanza o un tempo.

E infatti a Ottobre farò doppietta di gare: Terralba (14 chilometri in mendo di un'ora) e la mezza di Ogliastra (abbatto di 2 minuti e oltre il personale su quel percorso).

Dopo Arbatax Giuseppe aveva iniziato a mettere lavori corti e veloci (4/5 chilometri corsi intorno ai 4'10"), ma dopo Terralba tornano lavori con più qualità, tornano le 5 uscite e arriva l'obiettivo della Cagliari Respira.

Intanto ai primi di Novembre, arriva la maratona di New York. Alcuni amici da seguire in real time, e in più la grande Sara Dossena che sorprenderà tutti con uno strepitoso crono per essere all'esordio sulla distanza regina.
Proprio questo suo esordio mi farà capire come molti cerchino scuse o peggio soluzioni miracolose per avere dei risultati. Sara su molte testate 'amatoriali' come RunLovers, viene indicata come l'apripista italiana per far capire ai tecnici che non di sola corsa si debba vivere per poter correre veloci e a lungo. 
Lei infatti non fa mistero del fatto che abbia corso in media soli 120 Km settimanali e in più abbia aggiunto scarichi in piscina e bicicletta. Il tutto a fronte di tabelle classiche che prevedano solitamente 180/210 Km settimanali.
Ciò che differenzia Sara da un tapascione come me è che io 120 Km settimanali non li ho mai corsi. Lei è una professionista, io un padre di famiglia che corre per staccare la testa e rilassare i nervi. Lei è sempre stata comunque un corridore prestato al triathlon, io non ho mai avuto prestazioni eccezionali, sono un cretino prestato alla strada.
E come me in tanti non hanno le capacità fisiologiche ed economiche di un atleta professionista. Però lei mi fa capire che ognuno ha un suo modo per raggiungere i propri obiettivi, il mio è affidarmi al coach, non strafare e divertirmi. Altri invece la prenderanno come scusa dicendo: "Vedi se riduco i chilometri andrò più veloce, sarò più forte e non rischierò di farmi male". Peccato che queste persone molto spesso non siano in grado di reggere tabelle da 50 chilometri settimanali, non si sappiano gestire a tavola e che molto spesso cerchino solo metodi alternativi che comunque sembrano essere più delle scorciatoie.

E dopo questo pistolotto, ricordo che a Novembre ho corso la gara di Molentargius. 12 Km a tutta. E dopo poche settimane di lavori di qualità chiuderò i 12 Km a 4'09" di media. Con un passaggio ai 10 Km al di sotto dei 42'.

Sono euforico, so che in proiezione mezza maratona, quel passo significa poter ambire con cognizione di causa ad un under 90'.

Le tre settimane che mi separano dalla gara passano facili, eccetto l'ultima. In quest'ultima settimana finalmente mia moglie regala le tonsille ai rifiuti speciali dell'ospedale di Iglesias, e se è vero che lavorerò tutta la settimana solo 6 ore, è anche vero che una volta tornato a casa devo fare tutto, dalle lavatrici ai pasti, dal seguire mio figlio a fare compagnia alla paziente. In tutto questo, ci scappa pure qualche litigio con mia moglie che vorrebbe che non andassi a correre. E forse avrebbe pure ragione, ma oramai vedo l'obiettivo a un passo e non voglio permettere a nulla e nessuno di impedirmi di arrivarci. Peccato che poco prima dell'operazione mia moglie mi abbia regalato una tosse costante e che la nevralgia al trigemino sia da 2 mesi latente.

Alla gara di Cagliari arrivo convinto del mio e come scritto nell'ultimo articolo, credo di potercela fare. Ma l'epilogo invece sarà ben diverso.

Alla fine del 2017 mi ritrovo con tante gare quante non ne facevo da anni. Tutte andate bene tranne l'ultima, e sarebbe stata la ciliegina sulla torta.

Prima di natale ho comunque inanellato ancora tanti chilometri è chiudo l'anno con oltre 3200 chilometri corsi.
Fino a Natale anche il peso era in linea; invece nell'ultima settimana, complici i pasti e gli alcolici soprattutto, sono ingrassato di quasi 3 chilogrammi.

Propositi per il nuovo anno: tornare in forma in 2 settimane e già a febbraio andare al'attacco del personale sulla mezza maratona a Oristano. Poi se ne avrò voglia, ma soprattutto se verrà confermato il calendario, correre una maratona, a Cagliari, d a 4 anni dalla mia prima e unica 42 Km.

Buone Corse e buon anno.