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giovedì 29 settembre 2011

Chilometri zero

Per un runner dire che fa "Chilometri Zero" è un ossimoro. 


Come: un corridore che non fa chilometri? E che minchia di corridore è?

E infatti i chilometri zero, non sono quelli che faccio io ogni settimana, anche se ultimamente sono pochini, ma i chilometri che cerco di far fare alle merci che acquisto. Per ora riesco a mangiare verdura locale, acquistata solo tramite coltivatori diretti, birra locale, ma quanto è buona la birra dei microbirrifici, e carne assolutamente sarda. 

Tutto questo per dire che è in atto sulla rete una nuova iniziativa di cui sono venuto a conoscenza grazie al buon Oliver: Blog a impatto zero.

In più per essere a impatto zero cerco di effettuare la raccolta differenziata rispettando tutte le regole, e quando corro non uso bottiglie di plastica che butto in cunetta, ma delle borracce riutilizzabili.

Un piccolo passo per un uomo un grande passo per l'ambiente.

Buona Corsa!

mercoledì 28 settembre 2011

Parola d'ordine: divertimento!

E' assodato: da quando ho ripreso ad allenarmi non mi diverto. Non mi diverto perché ho la testa fissa sul GPS e sul passo che devo tenere. Sono spesso deluso perché il fisico non risponde. Sono annoiato, perché vivere di corsa non vuol dire alzarmi come un matto alle 4.30 del mattino per fare un allenamento che poi mi farà restare incazzato tutto il giorno.

Da oggi basta: fanculo tabelle, fanculo tempi, fanculo le gare e fanculo l'auspicato autocontrollo alimentare.

Inizierò a correre solo perché ne ho voglia, perché oggi mi sento di fare solo 5 chilometri a un passo da tartaruga piuttosto che massacrarmi con ripetute in pista al limite dello spasmo, oppure se ne avrò voglia sputerò sangue per fare quei 10 Km a un ritmo a cui non ho mai corso. 

Oramai so che sono una pippa di dimensioni intergalattiche, quindi darmi obiettivi di tempi e risultati è totalmente inutile. E a ciò non contribuisce certo il fatto che sono un pendolare e che rimango fuori casa dalle 12 alle 14 ore. Il fisico alla lunga ne risente (so che ha già chiesto l'intervento di Amnesty per obbligarmi a dormire almeno 7 ore a notte).

Se avrò voglia di alzarmi alle 4.30 lo farò. Se preferirò restare a letto non ne farò un dramma né tanto meno sarà un peccato capitale. Correre dovrà tornare a essere quello che è stato agli albori: un mezzo che mi consenta di scaricare i nervi e al limite di svuotare il frigo senza troppi scrupoli e sensi di colpa.

Buona Corsa e Buona Divertimento!

domenica 25 settembre 2011

Vedo Nero!

Brutto, brutto periodo!
Oramai sono obbligato a fare 2 allenamenti su 4 alle 4.30 del mattino! Gli altri giorni in cui non mi alleno mi alzo comunque alle 5.40. Ho tutto il corpo che chiede riposo e pietà! C'è una voce dentro di me che mi dice: "Perché lo fai disperato ragazzo mio!"... E che cacchio, ho Masini dentro di me?

Correre mi piace, voler abbattere il muro di 99 minuti è il mio desiderio. Ma quando il fisco è stanco non c'è nulla da fare. Oggi, dopo una settimana impostata più sul correre veloce che sui chilometri, non sono riuscito ad andare più in là di un modesto 16 chilometri a 4.54. Ero partito con l'idea di fare 24 chilometri, ma dopo metà allenamento stavo per dare di stomaco. Oltretutto credo di covare qualche sintomo influenzale. 

Speriamo che dalla prossima settimana le cose cambino, o il 6 Novembre, a Cagliari, andrò a farmi giusto una sgambata in previsione della mezza del 20 a Uta. Speriamo bene.

Buona Corsa!

venerdì 23 settembre 2011

E' la fine del mondo e mi sento bene

Rapid Eyes Movement, una fase del sonno, la fase propriamente onirica. E come un sogno che al mattino sparisce, anche i ragazzi di Athens  sono scomparsi.


Buona Corsa!

mercoledì 14 settembre 2011

Un salto lungo vent'anni

Era il 30 Agosto del 1991 e la gara più esaltante del salto in lungo che abbia mai visto stava per avere luogo. Carl Figlio del Vento Lewis e Mike Powell si stavano per sfidare per l'ennesima volta. Erano mesi che saltavano su misure siderali, ma nessuno dei due riusciva a battere Bob Beamon e il so record del 1968. Io avevo 16 anni e adoravo quell'uomo dinoccolato che prima di saltare ascoltava musica nelle cuffie enormi; e odiavo Carl Lewis, colui che avevo provato a schiacciare con il mio amore per Ben SuperDopato Johnson. E' la gara che passerà alla storia come la più "lunga" di tutti i tempi. I salti sono siderali, tutti intorno agli 8.80 metri. E poi lui con quei due passi per prendere il ritmo, e quella corsa sgraziata, ma quelle caviglie super reattive. Il muro cade, 8.95, e via la corsa ad abbracciare il giudice. Mr Powell: auguri per i suoi 20 anni! Scusi il ritardo!

martedì 13 settembre 2011

Essere o non essere (sardi)

Ieri come al solito in treno stavo leggendo: "Sardinia Blues" di Soriga. A un certo punto della narrazione uno dei protagonisti fa un pistolotto sul perché odia essere Sardo. Leggendo bene quelle righe, sono gli stessi motivi per cui non vado fiero di esserlo neppure io. Certo sono orgoglioso delle mie origini, ma allo stesso tempo mi vergogno di certi luoghi comuni che noi stessi permettiamo che continuino ad essere mantenuti nel tempo.

La Sardegna è un'isola, che nelle leggende, si vuole nata dai resti della creazione della terra con pochi miseri sassi e che il creatore abbia forgiato con la forma del proprio sandalo. Infatti l'antico nome di questa isola è Ichnusa che significa 'Impronta'.
E in questa terra si sono susseguite tutte le culture del mediterraneo, dai punici ai romani, dagli spagnoli ai pisani, fino ai piemontesi.
Quindi diciamo chiaro e tondo, che non esiste una 'razza sarda', ma se esssa esiste è il risultato di uno dei più grandi esempi di meltin pot. E spesso di questo ci si vuole dimenticare. E noi sardi si è spesso razzisti nei confronti dei 'continentali' come possono esserlo i neri di Harlem nei confronti dei bianchi di Manhattan. 

Ma noi siamo razzisti anche all'interno della nostra stessa terra. Infatti i nuoresi chiamano "Meurreddini" i sulcitani in quanto originari della Mauritania, ma bastardizzando il termine per dire che sono neri come i merli (meurre). I sassaresi dicono che i sorsesi sono stupidi perché bevono l'acqua della fontana del paese. I sorsesi dicono che i sassaresi sono "Impicca babbu", che significa che sono infidi e impiccherebbero pure il loro padre. I cagliaritani sono convinti di vivere a Los Angeles (come dice Soriga) e trattano tutti gli altri sardi come provinciali, senza poi accorgersi di essere ridicoli. E così via.

Poi è tipico sardo il cercare di capire se si conosca o meno una persona e la sua famiglia con la frase tipica: "E tui fillu de chinni sesi?" (tu di chi sei figlio) che mostra una ancestrale diffidenza verso chiunque non si conosca e di cui non si conoscano le origini.

Molto spesso mi chiedo perché mi dovrei considerare con orgoglio sardo, io che ho origini bergamasche, modenesi, ma anche sulcitane e "maureddine", forse proprio perchè sono una naturale prosecuzione di quel meltin pot.

Io sono Sardo quando in Tv vedo Michela Murgia e Geppi Cucciari che non nascondo il loro accento ma mostrano quanto sono intellettualemnte forti le donne della Sardegna. Io non sono Sardo quando in TV passano Benito Urgu e Lucio Salis che con il loro accento si fanno macchiette per un pubblico di ignoranti.

Io sono Sardo quando si dice "La Sardegna non è la Costa Smeralda", ma non lo sono quando i miei conterranei affollano Porto Cervo in cerca di un autografo di una meteora televisiva.

Io sono Sardo quando si ripensa ancora a Gigi Riva che non andò alla juve, ma non sono Sardo quando ci si dimentica che quello scudetto è frutto di un giro d'affari che serviva a tenere buono il popolo bue contro una raffineria di petrolio.

Io sono Sardo quando sento che in Irlanda c'è una colonia di ingegneri elettronici sardi che hanno avuto il coraggio di lascare un'isola assolata ma senza opportunità per un'isola grigia me piena di speranze. Non sono Sardo quando penso che in sardegna gli unici che abbiano un lavoro 'importante' sono i soliti noti.

Io sono Sardo quando penso a Nivola che con la sua arte, partendo da Orani, è finito a Londra e New York e ha dato agli USA un professore a Harvard. Non sono Sardo quando i soliti baroni occupano senza alcuna competenza molti posti di rilievo dell'ateneo cagliaritano.

Io sono Sardo quando penso che abbiamo dato al jazz mondiale persone come Paolo Fresu e Antonello Salis. Non sono sardo quando penso a Marco Carta e Valerio Scanu espressioni della più becera televisione.

Io sono Sardo quando un imprenditore sardo crea la più grande azienda internet privata italiana. Non sono sardo quando questo imprenditore entra in politica e non è diverso da altri imprenditori-politici-editori.

Io sono orgoglioso di essere Sardo, e non come dice qualcuno Sardignolo. Rido quando qualche presidente del consiglio dice che i nuraghi erano dei magazzini, e mi incazzo quando qualche multimilionario mi impedisce di godere delle mie coste perché ci ha costruito sopra un mostro di cemento. Non sono orgoglioso di esserlo quando mi rendo conto che molti dei miei conterranei considerano il concetto di Regione Autonoma un modo per continuare a vivere di sovvenzioni e clientelismo.

Amleto diceva "Essere o non essere, questo è il problema". Per me il problema non esiste, io mi sento sardo fino al midollo, ma di sicuro "C'è del marcio in Danimarca".

lunedì 12 settembre 2011

Birra e bistecche

Questo week end sono stato in Ogliastra, e ricordandomi di quanto bevuto alla manifestazione 'Birras' di Luglio, sono voluto passare al birrificio Lara dove ho acquistato un buon quantitativo della loro birra artigianale Rubja, una Pale Ale da 6°.

Questo il venerdì. Poi il sabato, dopo una camminata bellissima nei boschi di Montarbu, sempre in Ogliastra, mi sono recato dal macellaio di fiducia che con 9 euro mi ha venduto più di un chilo di ottime bistecche con osso di manzo. Carne di animali non cresciuti in stalla ma al pascolo sui colli (oltre 1000m), quindi, pur essendo carne da macello, quel poco che hanno vissuto, lo hanno vissuto dignitosamente.

Saltato l'allenamento della domenica per motivi di stanchezza, ho guidato per 210Km/2h30m dalle 6 del mattino, a pranzo mi sono concesso queste delizie: bistecca da 650gr. marinata in olio, aglio e prezzemolo, patate fritte e mezzo litro di birra rossa torbida non pastorizzata.

Risultato: sensi di colpa alle stelle per il mancato allenamento, colesterolo oltre ogni dire (come non mi si venuto un ictus è un miracolo) ma un senso di gioia e appagamento immensi. E questo week end si torna in Barbagia, più precisamente ad Oliena, per godere delle Cortes Apertas, del Nepente e di altre bellezze naturali.

Buona Corsa! 

domenica 4 settembre 2011

Asics Cumulus 13

Dopo avere fatto quasi 750Km le mie Cumulus 12 sono decisamente da cambiare. Avendo oramai confidenza con questo modello di casa Asics, perché abbandonare le comode nuvolette? quindi via e si acquista il nuovo modello. Apparentemente i modelli sembrano identici. Appena scartato il pacco che mi è stato recapitato infilo subito ai piedi le nuove nuvolette e la sensazione è: "Ma mi hanno recapitato le scarpe che ho usato stamattina in pista?". La calzata è identica alle 12, mentre le 11 erano più "pantofolose" queste come le 12 sono molto avvolgenti e fascianti, ma allo stesso tempo molto confortevoli. Un prima differenza sostanziale la noto facendoci i primi passi: l'avampiede è più confortevole, anche perché non avendo ancora fatto nemmeno un chilometro la suola è molto ammortizzata.

Guardando la suola delle nuove nuvolette, si nota una sostanziale differenza: è presente la "Guidance Line" che nei modelli precedenti non era presente e che dovrebbe aiutare il runner a eseguire una rullata più corretta. Altre differenze sostanziali nella conchiglia reggi tallone, hanno cambiato i materiali esterni e il disegno sulla tela. In questa collezione hanno poi, i designer Asics, voluto sbizzarrirsi coi colori e il nero al fa da padrone.

I sistemi di ammortizzazione sono sempre gli stessi con l'IGS che la fa da padrone e il peso non cambiato di un grammo: 340gr sul 9 US.
Dopo un solo giorno di rodaggio decido di provarle, e non con un allenamento da poco: 22 Km dove 20 corsi intorno ai 5 e gli ultimi due un po' più tirati intorno ai 4.45.

La scarpa è molto comoda, e considerando che corro con talloniere IronMan, l'ammortizzazione è sempre eccezionale, degna di una A3 top class. Le dita dei piedi non sfregano contro strane cuciture nuove e devo dire che mi sembra di non avere cambiato scarpe. Esula dalle scarpe il fatto che le mie gambe dopo 8 Km corsi così lentamente, sono un po' imballate. Arrivato al 9° chilometro inizia a gocciolare, e considerando che ci sono 25°C alle 8 del mattino fa proprio comodo. I chilometri sono praticamente in pianura perfetta, quindi le gambe vanno facili sempre intorno ai 4.55. Poi a partire dal 15° Km accade l'impensabile. La pioggerellina che ci rinfrasca si trasforma in una tromba d'acqua. Maestrale che ci arriva di traverso e pioggia con gocce grandi come secchiate. il vento ci sferza e ci schiaffeggia con l'aiuto dell'acqua. Però le gambe vanno e i chilometri, senza accorgercene iniziano a scorrere al ritmo di 4.52. Un passante ci chiede pure se vogliamo un passaggio perché l'acqua e il vento stanno assumendo una forza e una violenza abbastanza impressionanti, ma siamo a 4 chilometri dalla fine e non si molla. Nei 2 chilometri successivi corriamo con le scarpe completamente immerse nell'acqua; sembra di guadare un fiume. Le gambe però reggono e si spinge tranquillamente e le scarpe, nonostante siano le sorelle di Sponge Bob rispondono che è una meraviglia. Alla fine dell'allenamento facciamo l'ultimo chilometro a 4.30 e la scarpa, al contrario della 12 che ho e che è oramai scoppiata, risponde perfettamente quando cerco di cambiare ritmo. Finisco l'allenamento e non ho un solo fastidio alle articolazioni, il tendine d'Achille è stanco ma non fa male.
Scarpe promosse con 110 e lode: consigliatissime.

Buona corsa!