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martedì 20 febbraio 2018

V Mezza maratona del Giudicato

Dopo più di 2 mesi ritorno a vestire un pettorale.

Dalla mezza di Cagliari sono passati almeno 500 Km di allenamenti, un principio di infiammazione al trocantere, stress per il lavoro, qualche notte insonne e ogni volta che sembrava che la forma stesse progredendo (mi sono trovato a fare 10 ripetute da mille tutte sotto i 4' a Km) qualche cosa si metteva di traverso. Quindi alla fine, dagli inizi di Febbraio, mi sto allenando per il solo piacere di correre e recuperare un po' di brillantezza senza pensare al crono.

E infatti domenica mattina l'obiettivo è quello di fare la mezza come un ottimo allenamento (previsione gara 4'40" a Km) ma niente di più. Giuseppe è stato categorico: non devo accumulare fatica.

Domenica mattina, nonostante qualche piccolo imprevisto, carico la famiglia in auto e via con il resto dei compagni di squadra, direzione Oristano.

Lungo la strada intestino molesto, un po' di pioggia, niente traffico. Alle 8:40 sono a Oristano convinto di essere in perfetto anticipo, dato che i pettorali ce li hanno messi da parte.
Peccato che abbia parcheggiato in un posto rimozione, e un vigile gentilissimo me lo fa presente.
Purtroppo a quel punto, e sono quasi le 9, non c'è più parcheggio a ridosso della partenza. Perdo 15 minuti a cercare parcheggio. E sono a 10 minuti di strada a piedi da dove devo incontrare i miei amici con i pettorali.

Alla fine riesco ad essere nella zona del gonfiabile venti minuti prima della partenza giusto per fare un po' di riscaldamento.

Alla fine lo faccio anche poco convinto perché intanto partirò con calma e non andrò mai oltre i 4'40".

Alle 10 e pochi minuti lo sparo.

Parto in cerca di un amico con cui mi sono incrociato pochi minuti prima per fare gara assieme. Per puro culo lo incrocio in mezzo alla marea umana dopo 200 metri dalla partenza.
Si chiacchiera e senza particolari patemi finiamo il primo Km a 4'35" chiacchierando e schivando i soliti che pur sapendo di andare a 6' a Km decidono di partire in prima fila. Ma è una giornata di festa, non mi incazzo, supero e vado avanti.

Nei primi 3 Km con Alessio, questo il nome del mio amico, stiamo costantemente tra i 4'35" e i 4'38". Poi lui inizia ad accusare il passo che forse non è il suo.
Al 5° Km gli dico di proseguire, e mi allargo a prednere rifornimento per entrambi.

Vedo che non riesce a stare a 4'40", ogni tanto rallento, faccio elastico e cerco di riportarlo sotto al gruppo per stare coperto dal lieve maestrale.
Poi al 7° Km una ragazza lo sprona, vedo che potrebbero stare assieme e allora accelero, raggiungo un gruppetto di testa  e in un amen sono a 4'28". Però ho paura di scoppiare e sto un po' con loro ma al 9° intravedo Claudio, l'organizzatore della mezza d'Ogliastra. Faccio un chilometro a 4'20" e gli sono addosso.

Lo raggiungo, mi dice di andare che lui non ha il mio passo, ma io gli dico che non devo tirare e che starò con lui. Bugiardo. Faccio tre chilometri con lui a prendere vento poi i ragazzi a  cui mi ero accodato all'8° mi risuperano, vedo che possono essere il treno buono e allora via un altro strappo a 4'22".
Da qui sto con loro, il rettilineo infinito che da Torre Grande riporta verso Oristano è di una noia mortale. Chiacchiero con loro e dico che è solo colpa loro se sto andando a 4'30" e che il mio allenatore mi cazzierà; se hanno un'anima devono sentirsi in colpa. Uno dei compagni al 15° scatta, deve fare gli ultimi 5 a 4'20", chiede se voglia andare con lui, la tentazione c'è ma non sono ancora del tutto rincoglionito, e lo lascio andare.

Al 16° Km strappo sul cavalcavia che nonostante tutto supero a 4'29". Qui riaggancio un compagno di squadra che è saltato e sta camminando. Provo a portarmelo dietro ma dopo 500 metri molla.

Ora i compagni di gruppo vanno un filo più veloci di me e io non me la sento di andare con loro, ho paura di saltare. Infatti al 17° passo in 4'27" però la testa mi dice di camminare. Non l'ascolto ma rallento e inizio il conto alla rovescia. 18° chiuso a 4'31", 19° a 4'34" e 20° a 4'37" e nonostante tutto, eccettuato un ragazzo che si era fermato al 16° per una punta al fegato che mi riprende al 18° non verrò più superato, ma anzi continuerò a superare.

Al 21° non so cosa scatti in testa e mi rimetto a 4'20" superando almeno una decina di concorrenti; a 200 m dall'arrivo saluto Marcello con un caloroso vaffanculo, che cazzo mi girasse per la testa me lo sto ancora chiedendo; a meno di 100 metri il mio piccolo nano vuole tagliare il traguardo con me, ma è incasinato col giubbotto. Allora lo carico in spalla e faccio gli ultimi 50 metri correndo con un sacco di patate in spalla. Ci giriamo sotto il gonfiabile e salutiamo tutti.

Un giudice FIDAL, tagliato il traguardo, mi dirà che è una cosa che non si può fare e che verrò squalificato.
Lo so, le regole ci sono e vanno rispettate, ma in quel momento lo gaurdo e gli dico con calma e un sorriso: "Ha ragione, non importa". Crono stoppato con svariati secondi di ritardo. TDS dirà che ho chiuso in 95'53".
Ora non so cosa mi attenda.
Per ora continuiamo a macinare chilometri e poi vedremo.

Buona Corsa.