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lunedì 22 aprile 2013

Mezza maratona della Solidarietà

E finalmente venne il giorno... Ma facciamo un passo indietro, andiamo a sabato.

Sabato mattina dovrei finire la rifinitura con 6 Km di scarico, ma al risveglio ho le caviglie in fiamme, entrambi i tendini d'Achille gridano vendetta. Le tante sedute in pista con le A2 si stanno facendo sentire, e tutta la parte bassa delle gambe è indolenzita. Preferisco saltare la seduta e dedicarmi a ghiacciare la parte. Di sera come se non bastasse arriva un'emicrania pazzesca e in più la notizia che mi obbliga ad alzarmi il giorno dopo alle 5 perché chiuderanno le strade da presto. Alla fine di notte dormo malissimo, l'emicrania mi perseguita anche di notte e fino alle 3, quando mi sveglio, sento un cerchio alla testa molto forte.

Alle 5 di Domenica mi sveglio, il cerchio alla testa è passato, però i tendini sono ancora in fiamme. In più, per pura curiosità salgo sulla bilancia: 79 Kg. Ma che caz..!

Ok, mi sa che non è giornata, finisco la colazione, preparo gli ultimi dettagli nella borsa, scendo in strada che inizia ad albeggiare e poi via al ritrovo con i compagni di strada.

Il ritrovo è in un bar dove ci sono solo due tipi di persone: noi malati di corsa, e la meglio gioventù che sta rientrando dalla discoteca... Due mondi assolutamente paralleli e che non avranno mai un punto di convergenza.

Alla fine si parte, e alle 7:20 siamo a Cagliari.

Qui concludiamo le fasi di preparazione intestinale (al punto che saltano le fogne dello stadio CONI, e non è una battuta), ci prepariamo, un misero riscaldamento e alle 8:20 gli organizzatori ci impongono di andare sulla starting line.

Ci lasciano a prendere vento per 15 minuti al che i miei reni ringraziano. Dopo l'attesa lo sparo. Si però i miei reni se ne fottono, e dopo nemmeno 500 m mi devo fermare a svuotare la vescica. La gara è segnata. Rincorsa al mio compagno di squadra, Giuseppe, con il quale vorrei finalmente fare sta mezza.

Il mio coach mi ha detto di non esagerare e di stare a 4'40 fino al 17° e poi andare se ne ho. Il primo Km dopo la pipì lo chiudo comunque in 4'38 e vedo il mio compagno di squadra costantemente 25/30 metri davanti a me.

Lo prendo come riferimento. Decido di non guardare il Garmin mentre corro, ma di fare come per la Vivicittà e fare in modo che testa e gambe trovino una propria sintonia. I primi chilometri sono in discesa, per cui la sosta dopo i 500 m non la pago più di tanto. Dopo 4 Km c'è una salita impegnativa di 700 m che faccio in maniera non forsennata, e poi subito dopo ci sono quasi 1500 m di falso piano a favore. Qui ho la sensazione di averla fatta fuori dal vaso e penso di dovermi rassegnare a una pessima gara. Per cui anima in pace e cerco solo di controllare gambe e testa.

Passiamo al 9° Km e le gambe vanno che è una bellezza, non sento fatica, parlo con i maratoneti, che sulla mezza mi darebbero strada, ma sui 42 Km tengono il mio passo. Cerco di fare da traino perché l'organizzazione non ha previsto il pace maker delle 3h15'. Ci provo a fare il passo, ma regolarmente li mollo dopo poco, nel senso che non mi stanno dietro. Inizio ad avere il sospetto di essere veloce.

Al 12° Km sono di nuovo col mio compagno di squadra; poco prima ho superato Antonello con Armando che come al solito fanno gara impeccabile, regolari come un metronomo.

Quando raggiungo Giuseppe lui mi guarda e mi chiede a quanto siamo, e con stupore leggo 4'31" di media. Ma che cacchio sto facendo? Se la profezia del coach è vera al 17° dovrei morire. Il 14° chilometro è il più duro perché ci ritroviamo a fare la stessa salita di prima solo che anziché durare 700 m ne dura quasi 1200.



Ne usciamo indenni e le gambe, finita l'erta, riprendono a girare senza colpo ferire. Siamo con dei maratoneti seri che ci portiamo dietro fino al 15° Km. Nella mia mente il 15° Km è il punto di svolta, perché dall'altimetria so che da qui sarà tutta discesa, e infatti inizio una progressione. Aggancio un altro compagno forte che fa la maratona e provo a portarmelo dietro, ma non me ne accorgo, e mentre a lui serve andare a 4'30", io sono a 4'15". Si va via facili, ora ho un gruppetto attorno a me e qualcuno davanti come riferimento. Siamo al 17° e Giuseppe non lo vedo più, oramai la mia testa è concentrata a non sprecare energie. Al 19° io e Giuseppe siamo di nuovo assieme e impostiamo gli ultimi 2 Km in maniera tale da riprendere il maggior numero possibile di atleti, molti sono cotti. 

Si entra in pista per gli ultimi 300 m. Credo di non averne più, ma quando vedo ai 150 m che sono sotto i 95 minuti lancio lo sprint, supero ancora qualche concorrente, uno addirittura a 10 m dalla finish line.



Crono ufficiale 1h34'59", tempo reale 1h'34'39". Non ci credo ho abbattuto il muro dei 95 minuti. E solo 7 settimane fa ero sull'orlo di mettermi a passeggiare.

Buona Corsa!

3 commenti:

  1. clap clap.... e togliendo qualche seadas di troppo dove arriveresti?

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    1. Il problema non sono le sebadas, ma la pasta che mangio in quantità industriale! E diciamo pure la birra che non mi dispiace!

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  2. COMPLIMENTI.

    Ogni buon investimento migliora il profitto.

    Sei ancora dell'idea che sono esageratamente ottimista.

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