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lunedì 3 giugno 2013

Lago di Corsa - Villacidro

Finalmente riesco a prendere parte a questa gara, che negli scorsi anni ho sempre disertato. Tutti me ne hanno parlato un gran bene, soprattutto dell'organizzazione, e alla fine devo dire che è stata davvero una bella manifestazione.

Ma andiamo con ordine.

Sono reduce da uno stop di quasi 10 giorni a causa di una labirintite, la forma non è quella di Aprile, e le aspettative non sono alte. In più ho una lieve infiammazione al tendine di Achille che non mi lascia in pace, oramai da quasi 40 giorni. Per cui si va lì senza grandi ambizioni.

Il mio allenatore si è raccomandato: "Parti piano e poi dopo il 6° vai a 4'40""... E così come me lo ha detto mi è entrato da un orecchio e mi è uscito dall'altro.

Siamo sul muraglione della diga, pronti, partenza via... Un muro umano. Era dai tempi della Stramilano 2012 che non mi ritrovavo imbottigliato in questo modo. La domanda è sempre la stessa: "Ma se ti devi fare una camminata, che minchia scassi le balle a me che devo fare lo slalom e stroncarmi le gambe per andare a regime?".

A parte questa nota polemica, la gara va via facile. I primi due chilometri li faccio col mio compagno di squadra col quale mi alleno, e infatti sono abbastanza rapidi 4'10" e 4'20". Capisco subito che sarà dura, perché inaspettatamente c'è il sole, ma soprattutto il percorso è un saliscendi continuo in cui è impossibile prendere un ritmo costante. In più ho sbagliato abbigliamento, e in previsione di una giornata fresca ho anche la canotta termica sotto la canotta societaria.

Adesso mi stacco da Giuseppe e decido di fare gara  da solo. Le gambe sembrano andare anche se il caldo si fa sentire. Al 4° Km raggiungo una 'ragazza' (che poi scoprirò essere un FM50) che ho sfruttato nella precedente mezza come riferimento per i primi 12 Km. La sento che è in crisi e i suoi compagni di squadra non riescono ad aiutarla. Decido di farle da lepre. E' in crisi nera, nausea e stomaco bloccato, in più un suo amico ciclista le passa una borraccia che non riesce ad aprire. Mi faccio avanti, le apro la borraccia e le urlo: "sciacquati ma non bere, o vomiti". Mi guarda, mi ringrazia e poi le dico: "Vieni con me, dai che abbiamo lo stesso passo". Si fida e si accoda. Sono un metronomo, ogni chilometro va via a 4'27". Al rifornimento dei 5.5 Km lei continua a correre, io prendo acqua per due. Gliela passo e lei ringrazia. Ma sulle salite è in crisi. Infatti spesso devo rallentare sopra i 5' e riportarla a regime. E' leggera, è una di quelle tipiche donne sarde, minuta, forse sotto il 1m55, leggerina e con i capelli nero corvino. Ci vuole poco per riportarla in rimo. 

Purtroppo intorno al 7° Km il mio tendine d'Achille mi fa vedere le stelle e manda la mia testa in blocco. Ho paura. Ma intanto proseguo l'opera. Lei è completamente nel pallone, le dico verso l'ottavo: "Ti porto all'arrivo a 4'40"". Lei è convinta che sia un passo troppo rapido, ma quando le faccio notare che siamo costantemente intorno ai 4'27" si meraviglia. All'8° Km ristoro, lei tira dritto, io riesco a prendere una sola bottiglia, doccia per entrambi e via. Al decimo sono sfatto, corro rigido come se avessi il classico manico di scopa su per il... ci siamo capiti. Le dico che tra 500 m deve prendere e andare perché io ho problemi alla gamba. E così fa, ai 10.8 Km mi lascia a via. Sta davanti a me di 30 metri.

Arriviamo al muraglione di partenza, un lunghissimo rettilineo di 500 m ed io entro cotto. Provo a riportarmi sotto ma mi accorgo che non posso reggere i 3'58" che sto facendo e rallento. Alla fine arrivo al traguardo dietro la mia compagna di corsa di 25 metri. Il mio Garmin segna 51'28" per 11.560 m. Certo non era questo il mio obiettivo 20 giorni fa. Ma tra labirintite e tendine, posso dire che sia andata meglio del previsto.

Purtroppo c'è un imbuto per il controllo del cronometraggio, e perdo di vista la compagna di fatica. Pazienza, volevo salutarla.

La corsa finisce presto, e subito raggiungo moglie e figlio. Via di corsa a sfamare l'erede che come un piranha ingurgita un omogeneizzato di frutta in tempo zero. Al ristoro mangio dolci, frutta e bruschetta al pomodoro e l'erede si mangia mezza banana che spetterebbe al papà.

Dopo la gara, con Giuseppe e le rispettive famiglie andiamo in un agriturismo. Ci sediamo a tavola alle 13:15 e ci alzeremo solo alle 17:00. Abbiamo mangiato una quantità impressionante di cibo.

Tutto molto bello e mi ripropongo di replicare l'anno prossimo. Ora l'unico dubbio è: Mi fermo per far guarire il tendine, o come tutti i runners farò il pirla e continuerò ad allenarmi?

Buona Corsa!

AGGIORNAMENTO: ho fatto da lepre a colei che ha vinto di oltre un minuto la categoria FM50... posso andarne orgoglioso? :-)

4 commenti:

  1. la prox volta metti i tappi nelle orecchie, così trattieni i consigli e curi la labirintite... :)

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    1. Yo': sei un cazzaro, complottista, ma cazzaro! :-)

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