Dopo un mese dalla fatica di Chia, mi ritrovo di nuovo in strada a fare 21 Km.
A Chia sono arrivato con un lieve strascico di raffreddore stagionale ma soprattutto con 78 Kg sulle gambe.
La gara era dura già di suo, in più con maestrale e temperature quasi estive si è rivelata davvero durissima.
A Pula arrivo dopo 4 settimane fatte davvero bene, con le solite sedute alle 5 del mattino. Il chilometraggio non è altissimo, mi limito a 70/72 Km settimanali, però c'è tanta qualità senza mai sconfinare nel sovrallenamento. Soprattutto il peso è sotto controllo: 75.5 Kg.
Sabato mattina ci sono 26°C e un sole che spacca le pietre. Sono spaventato. Se continua così alle 18:30, all'ora della partenza, salteremo come tappi di spumante.
Alle 15:30 preparo i bagagli e carico la macchina per andare a Pula. 17°C e pioggia costante, non un nubifragio, ma pioggia continua da casa alla destinazione. Non c'è vento. Clima ideale.
Arrivato alle 17:00 metto un poncho scaccia acqua e vado a ritirare il pettorale mio e di Massimo, mio compagno di squadra.
Aspetterò Massimo fino alle 17:50. Quando ci vediamo mi dice che la farà piano. Ipotizzo, conoscendolo, che andrà per gli 80'. Mi guarda storto e mi dice: "Non esageriamo, diciamo 1h18'".
Anche io vorrei andare piano così.
Saluto Massimo, e via di corsa leggera fino al cimitero, dove è situato il gonfiabile. 10' di corsa per riscaldarmi, qualche allungo, e via in campagna a fare l'ultima pipì. Qui, come nella migliore delle tradizioni podistiche, si incontrano amici. Perché chi non piscia in compagnia o è un ladro o è una spia.
Maurizio e Cristian come me si svuotano la vescica, due chiacchiere e convinciamo Maurizio a togliersi l'antivento che ha indosso. Nonostante piova, c'è un caldo boia.
Alle 18:25 andiamo sotto al gonfiabile e alle 18:35 lo sparo.
Giuseppe mi ha catechizzato: il primo chilometro deve essere il più lento di tutta la gara (4'25") per permettermi di scaldare i motori e poi mettermi costante a 4'15".
Appunto. Lui ha quell'idea, che io immancabilmente faccio saltare. Mi sforzo di andare a 4'20", ma la lievissima discesa non aiuta a trattenere le gambe, e infatti chiudo il primo chilometro poco sotto i 4'15".
Da adesso mi impongo di andare costante a 4'15". So che il Garmin qualche cosa la regala quindi imposto mentalmente i 4'13". Sembrerà strano ma rispetto quell'ordine.
Dopo 5 chilometri il gruppo si è sgranato; ho passato i primi chilometri a capire chi possa essere un buon riferimento, un possibile compagno di avventura. Infatti in chiusura del 4° chilometro capisco che Albano, anche lui come me di Carbonia, come me vuole andare a 4'12"/4'13". Gli chiedo se gli vada di farla assieme, annuisce, e allora via assieme.
Questi 4 chilometri li chiudo a 4'13". Perfetto.
Ora devo decidere: continuo come suggerito da Giuseppe a 4'15" o accelero?
La strada decide per me. Dal 5° al 7° il tracciato è filante, e in un amen siamo a 4'10" da Garmin,e chiudiamo il primo giro in scioltezza.
Albano mi fa notare che ogni tanto facciamo dei passaggi a 4'04"/05". Cerco di trattenermi. Intorno alla fine dell'8° chilometro intravedo una ragazza che ha un passo simile al nostro. Non so per quale motivo accelero di un nulla e poco prima del 10° chilometro la riprendiamo. A voce alta dico: "La devo smettere di cercare di accelerare vedendo gente più veloce!". Una risata e via.
Non sono ancora convinto che riuscirò a tenere il passo. Ho comunque paura di trovarmi, come a Cagliari, con la benzina finita al 15° chilometro.
Proprio alla fine del 10° chilometro c'è una rampetta di cento metri, Albano che è più basso e leggero di me accelera e sale veloce, io devo faticare un filo di più.
Si gira davanti all'ingresso di Nora e si torna indietro. Qui un filo di vento trasversale mi infastidisce e credo che dia fastidio pure ad Albano. infatti al 12° chilometro il Garmin segna per quello split che siamo a 4'14". Lo faccio presente ed Albano dà uno strappo per rimetterci al passo. Contrariamente alla salitella precedente, rispondo subito e forse inizio a intuire che ho ancora tantissima benzina.
In quello che sarà l'ultimo chilometro agganciamo un compagno di squadra di Albano che corre la 14 chilometri, lo tiriamo a dovere fino alla svolta dove noi continuiamo per gli ultimi 7 chilometri, mentre lui va dritto e taglia il traguardo.
Le gambe girano davvero facili a 4'10", ma il dubbio di saltare c'è ancora, quindi fino al 15° chilometro mi trattengo e chiudiamo la frazione in 4'11".
Ora non resta che vedere come vanno le cose. Adesso siamo costanti a 4'09".
Il 17° chilometro si conclude ai piedi della rampetta dove precedentemente Albano mi aveva messo alla prova. Da lì vedo una ragazza, davanti a noi di 400/500 metri che è cotta. L'anno scorso lei chiuse sotto gli 88'.
Non so per quale motivo in testa scatta un click e un'idea: andarla a prendere.
Dopo la svolta davanti a Nora, decido di non mollare e di stare costantemente sotto i 4'10". Provo il tutto per tutto. Io e Albano, già dal 14° chilometro abbiamo ripreso un bel po' di concorrenti che stanno iniziando a saltare. Dopo la svolta riprendiamo prima una canotta viola di un atleta di San Teodoro e dopo 400 metri uno di Sassari.
Ora non sento più nulla, testa bassa, concentrazione sulla respirazione e in un amen supero 19° e 20° chilometro. Sento che Albano si sta staccando, lo incito, ma al 20° la mia trance agonistica mi isola del tutto. L'unica cosa che vedo è la schiena di quella ragazza che al 17° mi ha risvegliato. Split chiuso a 4'09".
Superato il 20° chilometro oramai è a 100 metri, ma soprattutto è rigida, sia di spalle, sia di gambe. Una rampetta di 100 metri le dà il colpo di grazia. Ora le sono alle spalle, mancano 600 metri al traguardo, la incito a sciogliersi e a venire con me. Ma è cotta e non reagisce. La supero e mi metto ad accelerare. Rischio di tirare sotto un cretino che mi attraversa al strada a 100 metri dal traguardo e lo insulto (un vaffanculo non si nega a nessuno), accelero fino alla fine. STOP.
1h28'52"...
È andata benissimo.
Sono soddisfatto, anzi di più. Sono così contento e consapevole dei miei mezzi che nei giorni successivi proporrò a Giuseppe di mettere come prossimo obiettivo di limare altri 60 secondi sulla distanza.
Sono 10 anni che corro, e 7 che vengo seguito da Giuseppe. In questi anni mi ha aiutato parecchio a conoscermi e a diventare più diligente e metodico. Oramai sono totalmente dipendente dai suoi allenamenti. Se rimanessi senza sarei incasinato e non poco. Quindi un grazie anche a lui che mi sopporta anche quando non ne ho proprio voglia di seguire i suoi strani piani di allenamento. Grazie Giuseppe.
Buone Corse.
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